Con l’inizio di ottobre, comincia il Mese dell’Affido. Come di consueto, saranno diverse le iniziative e gli eventi frutto della collaborazione tra enti pubblici e privati. Per presentare e per riassumere le iniziative che si svolgeranno da qui alla fine del mese, abbiamo in programma una serie di articoli a tema.
Cercheremo anche di gettare maggiore luce su questo tema di carattere sociale, anche attraverso articoli concentrati su racconti di storie reali, consigli riguardanti film e libri che in qualche modo lo toccano e ci mostrano di esso un particolare aspetto.
L’intento è di far scoprire a chi ancora non ne sa molto, un mondo che ha tra l’altro portato molti adulti nell’aiuto che hanno dato a scoprire come ci può essere amore familiare senza alcun possesso, ma con la sola presenza dell’affetto e del rispetto reciproco.
Prima di tutto, vediamo, da un punto di vista strettamente tecnico, che cos’è l’affido.
L’affido è un aiuto che viene offerto ai minori che si trovano a vivere una situazione di difficoltà familiare. Con modalità differenti a seconda delle necessità del caso, il bambino è preso in cura dall’affidatario affinché questo provveda ai suoi bisogni psicologici, morali e materiali per il periodo necessario alla risoluzione dei problemi della sua famiglia di origine. Dal punto di vista giuridico, il procedimento può essere consensuale o giudiziale. Nel primo caso, è previsto l’intervento dei servizi sociali locali e del giudice tutelare, che provvede a rendere il procedimento esecutivo, in accordo con i genitori biologici. Nel secondo caso, è il Tribunale per i minorenni che prescrive l’intervento, indipendentemente dal consenso della famiglia d’origine.
Gli affidatari provvedono alla cura del minore garantendo il rapporto con i suoi genitori e collaborando al reinserimento del bambino in famiglia, quando è possibile, con la guida dei servizi sociali. Al termine del periodo di affido, gli affidatari possono mantenere il rapporto affettivo con il bambino e con la sua famiglia.