Inquinamento

Inquinamento a Prato, Fattori lancia l’allarme

«A Prato e nei comuni limitrofi da anni si registrano sforamenti frequenti delle soglie di legge delle polveri sottili. Serve la massima trasparenza e un più sistematico accertamento scientifico della situazione, e serve l’impegno urgente degli enti locali per migliorare la qualità dell’aria, anche attraverso scelte infrastrutturali e di mobilità adeguate e non controproducenti come la terza corsia A11. Ne va della salute dei cittadini».
Lo afferma Tommaso Fattori, capogruppo di Sì-Toscana a Sinistra, commentando la mozione presentata in Consiglio regionale in cui si chiede che Arpat pubblichi integralmente i dati e il report finale del monitoraggio svolto dalla stazione mobile Po-Autolab-Cafaggio fino a gennaio 2019, oltre all’apertura di un’interlocuzione con il Comune di Prato, i Comuni limitrofi ed Arpat per l’attivazione di una centralina mobile di rilevamento della qualità dell’aria che possa monitorare le frazioni più critiche della città di Prato, a partire dal quartiere sud, con particolare riguardo all’area compresa fra via del Ferro e via Baciacavallo.

«Ci auguriamo – aggiunge Fattori- che le nostre richieste trovino un riscontro. Nessuno può più ignorare quanto è ormai scritto a chiare lettere persino nel nuovo Piano Sociale Sanitario Integrato Regionale e cioè che autorevoli revisioni sulle evidenze relative agli impatti sulla salute da inquinamento atmosferico hanno evidenziato rischi per la salute umana, compresi effetti di tipo oncogeno, per livelli di PM2,5 e PM10 inferiori a quelli degli standard attuali di qualità dell’aria, tanto che l’OMS ne ha raccomandati altri largamente inferiori. Nel 2016 la IARC ha classificato l’inquinamento atmosferico esterno come ‘cancerogeno certo per l’uomo’ per il tumore al polmone. Il nuovo piano sanitario ne conclude che i livelli per il PM2,5 e il PM10 raccomandati dall’OMS debbano essere perseguiti ovunque, cioè sia nelle aree regionali che non presentano sforamenti sia in quelle che presentano sforamenti degli standard attuali».

«Da tempo il comitato In mezzo all’autostrada – ricorda Fattori – ha sollecitato l’affidamento di un incarico ad Arpat, da parte del Comune di Prato, per eseguire il monitoraggio mobile dell’inquinamento nelle diverse zone della città e nei territori limitrofi della piana. Ma allo stato attuale risultano attive nell’area pratese solamente due stazioni fisse».

«Non ci sono stazioni mobili di ARPAT provinciali e l’attività della stazione Cafaggio ha cessato la propria attività di rilevamento il 16 gennaio 2019. Si tratta della zona a sud di Prato, le cui case si troveranno a ridosso dell’autostrada quando sarà stata realizzata la terza corsia dell’A11. Autostrade per l’Italia ha respinto le osservazioni riguardanti le questioni ambientali, urbanistiche e di impatto acustico ed atmosferico dell’infrastruttura ma noi siamo purtroppo convinti che l’impatto sugli abitanti dell’area sarà molto rilevante». 

«Le stazioni  fisse di monitoraggio venivano precedentemente finanziate dalle amministrazioni provinciali, adesso il loro numero è drasticamente diminuito. Eppure, la mappa mondiale sull’inquinamento delle città dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato l’alta concentrazione di agenti inquinanti nella piana fra Firenze, Prato e Pistoia, con incidenze fra le più alte d’Europa. Pertanto è necessario incaricare Arpat di  operare un rilevamento sistematico mobile della qualità dell’aria sul territorio, in particolare nelle frazioni con insediamenti abitati di maggior consistenza esposti ad attività inquinanti di tipo industriale o legate al traffico», conclude Fattori.

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