Questo pomeriggio ho provato una grande emozione durante la visione del film “Il treno dei bambini” di Cristina Comencini una storia vera tratta dal libro di Viola Ardone, pubblicato nel 2019 e venduto in 25 paesi, uscito in questi giorni su Netflix, un fenomeno di solidarietà tra le famiglie italiane che coinvolse nel dopoguerra oltre 70.000 minori e che venne ribattezzato “I treni della felicità”.
Nell’immediato dopoguerra numerose famiglie si trovavano in gravi difficoltà economiche senza avere di che garantire la sussistenza dei figli, spesso numerosi. Su idea di un gruppo di donne dell’Unione donne in Italia (UDI) tra cui la partigiana Tersa Noce che poi fu eletta tra le 21 donne della Assemblea Costituente, il Pci si fece promotore di un’iniziativa che prevedeva l’accoglienza di alcun i bambini in condizioni disagiate da parte di famiglie del Centro Nord, l’iniziativa coinvolse anche la Campania e Napoli , città del protagonista del film ospitato a Modena da quella che diventerà la sua seconda famiglia nel 1946. Che dire, per chi come me è nata e cresciuta fra i comunisti italiani , quasi una seconda famiglia, e poi li ha visti negli anni bistrattare, specie in alcuni periodi della storia recente dove dirsi comunista era quasi una colpa, la riscoperta fatta da questo film e da quello su Berlinguer non può non suscitare emozioni e ricordi. Si il ricordo di un patrimonio quello delle donne dell’Udi e del PCI, fatto di etica, solidarietà’ , di una politica dove la condivisione e l’amore erano il sale dell’agire quotidiano di quel grande partito. Grazie a Cristina Comencini. Assolutamente bello e da vedere.
Sabrina Nieri
Immagine di sfondo tratta dal film “Il treno dei Bambini”