Isabelle Huppert in Maria Stuarda

Isabelle Huppert è Maria Stuarda alla Pergola

Un’esclusiva per l’Italia al Teatro della Pergola di Firenze per un progetto unico in Europa. Venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 ottobre la grande attrice francese Isabelle Huppert è Maria Stuarda diretta da Robert Wilson nel monologo Mary Said What She Said di Darryl Pinckney con le musiche originali di Ludovico Einaudi. La vita e i tormenti, tra gloria, prigione e omicidi, della Regina che ha combattuto le forze della storia per controllare il suo destino, rappresentano il terzo incontro artistico tra Huppert e Wilson dopo Orlando di Virginia Woolf, replicato per vent’anni, dall’89 al 2009, e Quartett di Heiner Müller.

Mary Said What She Said non è ‘semplicemente’ una prestigiosa ospitalità internazionale, ma una coproduzione fra La Pergola e il Théâtre de la Ville di Parigi, frutto di un’innovativa strategia di relazione e partnership, che prima ancora che spettacoli vuole creare opportunità, in modo particolare per i giovani, e che sarà al centro di un incontro pubblico tra le istituzioni italiane e francesi venerdì 11 ottobre, alle 15:30, in Palazzo Vecchio (ingresso libero).

Comune, è la visione di un teatro del futuro che sia realmente europeo e la cui costruzione comporti l’assunzione di un vero rischio culturale. Tale sintonia di valori si articola in spazi e percorsi progettuali dinamici, in chiave di apertura e di superamento di ogni alterità o diversità, che hanno alla base la Carta 18-XXI, il manifesto di principi che mettono al centro quanti hanno compiuto o compiranno 18 anni nel Duemila, e che sarà presentata per la prima volta in Italia proprio durante l’evento a Palazzo Vecchio.

Una carriera lunga mezzo secolo, decine di film, sempre a cavallo tra cinema e teatro. L’audace, fascinosa ed enigmatica Isabelle Huppert è in esclusiva per l’Italia al Teatro della Pergola di Firenze venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 ottobre con Mary Said What She Said di Darryl Pinckney, in cui il sempre inventivo Robert Wilson le offre il trono di Maria Stuarda regina di Scozia, la sovrana che perse la corona a causa delle sue passioni. È il terzo incontro artistico tra Huppert e Wilson dopo Orlando di Virginia Woolf, replicato per vent’anni, dall’89 al 2009, e Quartett di Heiner Müller. Le musiche originali sono di Ludovico Einaudi.

Huppert è la grande Dame del cinema francese, ma la sua arte non ha confini. Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2005 e Premio alla Carriera alla Festa del Cinema di Roma nel 2018, nella sua filmografia vanta registi come Claude Chabrol, Otto Preminger, Jean-Luc Godard, Mauro Bolognini, Joseph Losey, François Ozon, David O. Russell. È stata La pianista per Michael Haneke (Miglior interpretazione femminile al Festival di Cannes nel 2001) ed Elle per Paul Verhoeven (nel 2017 Miglior attrice in un film drammatico ai Golden Globe e nomination come Miglior attrice protagonista agli Oscar). La sua ultima pellicola è Greta diretta da Neil Jordan.

Maria Stuarda nasce nel 1542 e diventa regina di Scozia quando ha soltanto sei giorni. Cresce in esilio, alla corte francese, perché sposa del Delfino di Francia che muore soltanto un anno dopo il Re, suo padre. Nel 1561, Maria è quindi una regina vedova senza figli, diciannovenne, e decide di ritornare in Scozia. Sette anni e due matrimoni dopo, Maria è di nuovo in fuga dal regno di cui è regina: una sovrana cattolica scacciata dai suoi stessi signori nobili che sono protestanti. Ha cercato rifugio in Inghilterra, dove si aspetta l’aiuto di un’altra regina segnata dalla Storia, Elizabeth Tudor. Invece, la diffidente Elisabetta imprigiona Maria Stuarda, questa sua cugina che lei vede più giovane e più bella. Maria Stuarda è stata, infatti, anche l’erede al trono inglese. Elisabetta si convince infine che Maria faccia parte di un complotto cattolico per assassinarla, anche se soffre nel vedere Maria Stuarda processata in estate e condannata a morire già in inverno.

A teatro Isabelle Huppert ha già incontrato Maria Stuarda: nel dramma di Schiller al Royal National Theatre di Londra nel 1996. In Mary Said What She Said è sola in scena ed è guidata da Wilson in un vortice di immagini inebrianti che restituiscono una regina che ha combattuto per controllare il suo destino e che il giorno prima della sua esecuzione combatte ancora: lotta cercando la giustizia Divina. L’opera è ambientata nel 1587; l’azione si svolge nel castello di Fotheringhay, nel nord dell’Inghilterra, alla vigilia dell’esecuzione. Il testo ripercorre la sua storia burrascosa: il disastroso matrimonio con Henry Stuart, Lord Darnley, il padre di suo figlio, che era soltanto un bambino quando fu proclamato re al posto di Maria stessa. L’omicidio di Darnley e il successivo matrimonio di Maria con il suo amante, James, conte di Bothwell, il principale cospiratore della morte violenta di Darnley, costarono alla regina il suo trono. Ma anche mentre Maria si prepara a morire martire, dopo diciannove anni in cattività, non si incamminerà dolcemente verso la morte. Ha in quel momento una visione di suo figlio, re Giacomo; dicono che le sue labbra erano ancora in movimento quando il boia teneva la testa mozzata in alto.

Mary Said What She Said fa parte di un’articolata partnership tra il Teatro della Pergola e il Théâtre de la Ville di Parigi, che prende le mosse dalla condivisione dei valori di fondo che animano le due istituzioni, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dei giovani: entrambe condividono un’idea e con essa un rischio culturale reale per costruire il vero teatro del futuro, un teatro che sia realmente europeo.

Il Théâtre de la Ville è il primo interlocutore internazionale della Pergola, all’interno di una rete internazionale composta, al momento, dal Teatre Lliure di Barcellona, il Watermill Center di New York, la Norwegian Theater Academy, l’Accademia ArtEZ di Amsterdam, con i quali si è avviato uno scambio di esperienze e progetti per i giovani, grazie a contatti ‘non convenzionali’ con maestri e professionisti, per aprire lo sguardo anche al di fuori dell’ambito teatrale. In questa chiave è da leggere la Carta 18-XXI, il manifesto di principi che mettono al centro quanti hanno compiuto o compiranno 18 anni nel Duemila, promossa dal Théâtre de la Ville, e condivisa con il Lliure, il São Luiz di Lisbona e altri teatri e strutture scientifiche d’Europa.

Questa innovativa strategia di relazione sarà presentata nel dettaglio a Firenze con un incontro pubblico tra le istituzioni italiane e francesi venerdì 11 ottobre alle 15:30 in Palazzo Vecchio (ingresso libero).

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