“Mamma! Mamma! Non c’è l’acqua! Non c’è acqua! Vieni da vedere.”
“Serena aspetta non posso lasciare tuo fratello da solo!”
“Dai mamma svelta! Svelta!!!”
Così è iniziata la mia storia: il fiume era quasi senza acqua!
Era stato un inverno tormentato con neve, pioggia, esondazioni e il piccolo affluente dietro casa era da poco che ci lasciava tranquilli senza dover correre a sistemare gli argini ed ora non c’era che un piccolo rivoletto d’acqua il quale mi ricordava un filo di lana.
Appena papà è tornato dal lavoro ho portato anche lui a vedere il ruscello e come mamma è rimasto a bocca aperta senza capire cosa poteva essere successo, a un certo punto si è girato dicendomi “sabato tu ed io andiamo dalla nonna!”
Fin da piccola, papà mi ha insegnato a scalare le montagne e quando andiamo da nonna saliamo fino ad una piccola sorgente che si congiunge al fiume. Papà l’ha scoperta quando aveva circa la mia età e quando mi ci porta dice sempre che è il “nostro posto speciale dove sognare tra le nuvole”.
Quel sabato di maggio era una bellissima giornata di sole e dopo aver pranzato come sempre da nonna abbiamo preparto i nostri zaini e siamo saliti fino alla piccola sorgente.
Ci sedemmo sulle rocce a guardare quelle poche gocce d’acqua che scendevano… le potevamo contare: uno, due, tre, quattro, cinque ecc. Papà era diventato pensieroso e non aveva neppure voglia di guardare le nuvole finché mi disse “meglio rincasare”.
Abbiamo rimesso in spalla gli zaini, riagganciato le nostre corde e iniziato a scendere quando all’improvviso si è alzato un terribile vento che non ci lasciava continuare la nostra discesa.
Giovanna Dell’Armellina
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