Già applaudito da 33.301 spettatori, torna per la quarta volta al Teatro di Rifredi lo spettacolo La bastarda di Istanbul il cui tema centrale è il buco nero nella coscienza turca costituito dall’eccidio degli armeni del 1915. Tratto dall’omonimo best seller di Elik Shafak, lo spettacolo è in scena da giovedì 15 a domenica 25 novembre.
Simbolo di quella parte della Turchia che ha il coraggio di guardarsi dentro per raccontare le proprie contraddizioni, la scrittrice turca intreccia magistralmente le mille storie che fanno pulsare il cuore della sua terra dove le tradizioni occidentali e orientali si confondono, portando alla luce le mille voci di donne, di minoranze, di immigrati, di tutto un mondo di etnie che hanno formato il patrimonio culturale turco e che la Turchia attuale sembra voler dimenticare.
In una Istanbul animata e reale – più che una metropoli una grande nave dalla rotta incerta su cui da secoli si alternano passeggeri di ogni provenienza, colore e religione – arriva segretamente la giovane americana Armanoush che, in cerca delle proprie radici armene, sbarca nella famiglia matriarcale del suo patrigno turco Mustafa. Lì incontrerà Asya “la bastarda”, sua coetanea, adolescente ribelle e nichilista, con una grande e colorata famiglia di donne alle spalle, e un vuoto al posto del padre.
Lasciamoci coinvolgere anche quest’anno da questa intricata e originale saga familiare multietnica, popolata da meravigliosi personaggi femminili, da storie brucianti, e segreti inconffessabili. Un segreto lega la Turchia all’Armenia, i turchi agli armeni, Asya ad Armanousch. Un segreto che forse non verrà svelato. Un segreto che ha l’aspetto di un’antica spilla di rubini a forma di melagrana.
Serra Yilmaz, attrice amatissima e fascinosa affabulatrice nonché testimone vivente della fecondità del dialogo interculturale, Angelo Savelli autore della riduzione del complesso romanzo e regista di un cast attoriale di grande spessore, Valentina Chico, Riccardo Naldini, Monica Bauco, Marcella Ermini, Fiorella Sciarretta, Diletta Oculisti, Elisa Vitiello, tutti insieme affrontano questo viaggio teatrale nella cattiva coscienza di una famiglia e di un popolo, navigando tra gli scogli della tragedia e sulle onde dell’ironia, mentre all’orizzonte scorrono le mobili e colorate video-scenografie di Giuseppe Ragazzini che evocano una Istanbul animata e reale, vera protagonista e non solo cornice dello spettacolo.