La casa degli spiriti, quando il teatro è messaggero di pace

Sono tre gli ingredienti da mischiare per ottenere una singolare dichiarazione di pace in Medio Oriente: il teatro, il cibo e la femminilità.

La componente principale, il teatro, ha le sembianze de La casa degli spiriti, uno spettacolo tratto dal romanzo omonimo di Isabel Allende. Realizzato da Afrodita compagnia teatro mobile insieme al Teatro arabo-ebraico di Jaffa, andrà in scena sabato 7 maggio alle 20.30 al centro culturale Funaro di Pistoia con un cast formato da attori italiani, israeliani e palestinesi diretti da Claudia Della Seta e Glenda Sevald.
Il Teatro arabo-ebraico di Jaffa, attivo dal 1998, rappresenta la zona franca nella quale due popolazioni in guerra possono condividere uno spazio creativo e culturale a Tel Aviv: al suo interno convivono e collaborano due compagnie, una araba e una israeliana.
Le due registe de La casa degli spiriti, una italiana e una uruguayana, entrambe immigrate in Israele, scelsero di portare in scena un testo sudamericano per trasmettere al pubblico locale un po’ della cultura latina da cui provengono. Le prove cominciarono nel periodo della speranza di pace, sei anni dopo l’assassinio di Rabin, ma lo scoppio della seconda intifada ne impedì la rappresentazione.
Il debutto avvenne l’11 settembre 2003 al festival Enzimi di Roma, in occasione della commemorazione dell’anniversario di Ground Zero e del golpe cileno. I protagonisti israeliani ─ ebrei e arabi ─ si unirono agli attori italiani per formare un cast rimasto pressoché invariato da allora. Lo spettacolo riscosse grandissimo successo: fu riproposto per quattro anni a Roma e presentato al festival di Akko in Israele.

Oggi la pace in Medio Oriente non sembra che un miraggio e riproporre La casa degli spiriti diventa un inno alla riconciliazione: il teatro si fa mezzo rivolto al dialogo insieme al secondo ingrediente, il cibo, che sostiene gli stessi propositi di connessione e rappresenta, per chi lo cucina e per chi lo riceve, uno strumento di celebrazione della vita. Durante le pause gli spettatori potranno consumare e condividere i piatti preparati in scena durante lo spettacolo.

La femminilità è il terzo e ultimo elemento, che si presenta come simbolo di accoglienza e interruzione dello scontro. La casa degli spiriti diventa una celebrazione della capacità di adattarsi, resistere e rialzarsi che caratterizza le donne. Si tratta di un tema particolarmente caro ad Afrodita compagnia, che s’impegna a proporre figure femminili lontane dagli stereotipi.

Per informazioni consultare il sito http://www.ilfunaro.org/.

Annalisa Sichi

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