EMANUELE NANNINI, CAPOMISSIONE: “ASSEGNARE UN PORTO DISTANTE È UNA CRUDELTÀ VERSO I NAUFRAGHI”
ROBERTO MACCARONI, RESPONSABILE SANITARIO: “VITTIME DI TORTURA, DI MATRIMONI FORZATI E VIOLENZE IN LIBIA: SONO LE STORIE DELL’ORRORE CHE ABBIAMO A BORDO” Domani, mercoledì 19 aprile, alle ore 8.00 sbarcherà presso il Porto di Marina di Carrara, banchina Taliercio, la nave Life Support di EMERGENCY. Le 55 persone a bordo, soccorse nel Mediterraneo Centrale il 15 aprile scorso, riportano storie terrificanti.
“L’assegnazione del porto di Marina di Carrara, rispetto ad un porto siciliano, ha costretto i naufraghi a bordo e la nostra crew a due giorni e mezzo ulteriori di navigazione, per altro in condizioni meteo marittime avverse – riporta Emanuele Nannini, capomissione della Life Support di EMERGENCY –. A bordo le persone erano stremate da anni di viaggio, dalla Libia e dalla traversata in mare. Assegnare un porto lontano non solo viola le convenzioni internazionali sul diritto del mare, ma è anche una crudeltà verso i naufraghi: persone che avevano il diritto di essere portate a terra il prima possibile”.
I superstiti provengono da Bangladesh, Chad, Costa d’Avorio, Egitto, Eritrea, Etiopia, Nigeria, Palestina, Somalia, Sudan: tutti paesi segnati da conflitti armati e crisi umanitarie. A bordo, 46 uomini adulti, tre donne adulte, tre bambini e tre minori non accompagnati.
“Quando abbiamo iniziato le visite dei sopravvissuti a bordo, ci siamo subito resi conto della vera emergenza: non le ustioni e le ferite che i naufraghi riportavano sui corpi, ma le esperienze devastanti che hanno vissuto lungo la rotta migratoria – commenta Roberto Maccaroni, responsabile sanitario della nave di EMERGENCY –. Abbiamo soccorso vittime di tortura, minorenni che hanno viaggiato per anni da sole, donne in fuga da matrimoni precoci, ragazzi che hanno tentato per 9 volte di scappare dalla Libia ma che ogni volta venivano intercettati e riportati indietro”.
“In Libia sono stato diversi mesi in prigione – ricorda un ragazzo nigeriano di 23 anni –. Ho visto persone morire per le botte. Non c’erano finestre, di rado ci portavano all’aperto e quando succedeva inorridivo: negli spazi esterni della prigione vedevamo solo cadaveri ammassati. Mi hanno fatto chiamare mio fratello per chiedere soldi. Quando sono uscito da lì ero irriconoscibile: avevo una gamba rotta, non riuscivo a camminare, mi aveva picchiato sui genitali e non riuscivo ad urinare”.
La nave Life Support di EMERGENCY concluderà domani la sua quinta missione. In mare da dicembre 2022, ha tratto in salvo 619 persone.
EMERGENCY ONG Onlus
è un’organizzazione internazionale nata in Italia nel 1994 per offrire cure
medico-chirurgiche alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà e,
allo stesso tempo, per promuovere una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.
Tra il 1994 e il 2023 in tutte le strutture sanitarie di EMERGENCY sono state curate gratuitamente
più di 12 milioni di persone. Una ogni minuto.