“Non solo cambiamenti climatici: a rendere il suolo cittadino ancora più caldo, contribuisce il consumo di suolo che, nel 2022 in Italia accelera arrivando alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo, 90 campi da calcio al giorno e avanzando, in soli dodici mesi, oltre il 10% in più rispetto al 2021. 9 miliardi di euro ogni anno i costi dei servizi ecosistemici, a causa della perdita di suolo rilevata tra il 2006 e il 2022.”
Questi i dati a dir poco allarmanti del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” è un prodotto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che assicura le attività di monitoraggio del territorio.
In questo panorama critico Prato registra un record negativo, scalando la classifica delle città più cementificate in Italia con 110 ettari di terreno consumati negli ultimi quindici anni di governo del partito trasversale degli affari e +14% di suolo cementificato.
I nodi insomma vengono al pettine e si scopre come la giunta Biffoni, in continuità con quella di Cenni, abbia ipotecato il territorio, cementificando per campare di rendita immobiliare.
Alla faccia delle promesse elettorali di “consumo di suolo 0”.
Intanto a Prato fioriscono palazzi nuovi nei campi incolti, mentre sempre più stabilimenti versano in stato di abbandono e aumentano le persone sotto sfratto in emergenza abitativa.
Questo è il paradosso capitalista che il partito trasversale della speculazione e degli affari rappresenta in modo lampante.
Sul 20% del territorio toscano si sono concentrate indicativamente il 40% delle trasformazioni degli ultimi 5 anni, in particolare proprio l’ambito geografico di Firenze-Prato-Pistoia è stato interessato da 214 ettari di aree in trasformazione.
In generale uno dei rischi derivanti dalla perdita di suolo e di tutti i servizi ecosistemici che fornisce, è l’incapacità di assorbire l’acqua: il 13% del consumo di suolo totale (circa 900 ettari) ricade nelle aree a pericolosità idraulica media, dove il 9,3% di territorio è ormai impermeabilizzato, un valore sensibilmente superiore alla media nazionale (con un aumento medio percentuale dello 0,33%).
Inoltre più del 35% (oltre 2.500 ettari) si trova in aree a pericolosità sismica alta o molta alta.
Infine, il 7,5% (quasi 530 ettari) è nelle aree a pericolosità da frana.
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Social Forum di Prato
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