Tutti conoscono re Artù e la leggenda dei cavalieri della tavola rotonda, Artù consacrato re dei Britanni per aver estratto dalla roccia la sacra Excalibur, spada di sapienza e potere. Non tutti sanno che la vera spada nella roccia si trova in Toscana.
Anno domini 1148 a Chiusdino, in provincia di Siena. La famiglia Guidotti è in attesa della nascita dell’erede Galgano. Educato come ogni ragazzo dell’epoca Galgano trascorre infanzia e adolescenza tra tornei, battute di caccia e danze nel castello di famiglia crescendo senza pensieri profondi, senza moralità, violento, libertino e scansafatiche. Tutti noi abbiamo un destino ed i piani del Signore per lui erano diversi. In una chiara notte di primavera l’arcangelo Michele dalle grandi ali dorate appare in sogno al giovane, arruolandolo nella “milizia celeste”.
Un cambio di vita radicale, fortemente avversato dai genitori, mosso tuttavia dal desiderio di accogliere questo invito, Galgano durante la vigilia di Natale del 1180, riceve un nuovo segnale divino: il cavallo sul quale stava viaggiando all’improvviso si ferma e nonostante il giovane lo sproni per farlo ripartire, il cavallo non si muove. Sopraggiunta la notte Galgano decide quindi di fermarsi presso una vicina pieve.
Il giorno di Natale il cavallo ancora non si muove. Il giovane prega quindi con devozione il Signore affinchè lo conduca dove poter trovare la pace spirituale. Ed ecco che il cavallo si avvia galoppante fino ad una vicina collina dove Galgano, accettando pienamente il suo destino, conficca la sua pesante spada di cavaliere in una roccia, un gesto tanto simbolico quanto carico di significati: la spada del cavaliere viene posta al servizio di Dio, infilata nella roccia con l’elsa sporgente richiama il simbolo della croce.
Tuttora è possibile ammirare la spada che si trova ancora lì, dove San Galgano l’ha lasciata da nove secoli, presso l’Eremo di Montesiepi. Molti penseranno che sia un falso, una storiella per turisti. Ebbene non è così: all’inizio del XXI secolo sono stati fatti numerosi studi su questa spada che ne hanno confermato l’autenticità, sia a livello stilistico che per metallo usato.
La spada di San Galgano non è l’unica spada nella roccia che ci tramanda la storia. Oltre alla già citata leggenda di re Artù troviamo riferimenti ad una “spada nella roccia” in antichissimi miti della tradizione erculea: Ercole, volendo dimostrare il proprio valore e la propria forza, piantò con vigore nel suolo una lama di ferro che nessuno riuscì più ad estrarre, se non lo stesso Ercole. Dal foro lasciato dalla lama estratta fuoriuscì una tale massa d’acqua da formare il lago del Cimino, oggi detto di Vico, sui Monti Cimini, nella provincia di Viterbo.