Il Castello di Sammezzano a Reggello (Firenze) guida ad oggi la classifica toscana I Luoghi del Cuore del Fai ed è primo anche nella classifica nazionale. La graduatoria provvisoria completa è su www.iluoghidelcuore.it. Si può votare fino al 15 dicembre.
Il Castello di Sammezzano, in epoca medicea, era una tenuta di caccia. Nel 1605 la proprietà venne acquistata dagli Ximenes D’Aragona. La veste attuale risale alla seconda metà dell’Ottocento e si deve al marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes: eclettico protagonista della vita culturale e politica fiorentina, riprogettò il castello in stile orientalista, rendendolo un edificio senza pari in Italia e con pochi confronti anche a livello internazionale. Ne fece una rievocazione di capolavori architettonici di arte moresca, trasformando in particolare 13 sale del primo piano in sogni decorativi e arricchendo il parco che circonda il castello, di ben 190 ettari, con numerose specie arboree. Trasformato con le sue 140 stanze in hotel di lusso, il complesso venne acquistato nel 1999 dalla Sammezzano Castle srl, che intendeva farne un grandioso resort. Il progetto si è arenato per problemi economici e dopo una serie di aste giudiziarie mai aggiudicate, tra 2015 e 2017, il castello è tornato da pochi mesi proprietà della società citata, uscita da una procedura di fallimento. Set del film Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone, Sammezzano è di fatto in stato di grave abbandono e privo di tutti gli arredi storici: mancano i vetri a molte finestre, ci sono problemi al tetto, anche se qualche intervento è stato realizzato dal commissario liquidatore negli anni scorsi, e le statue del parco sono state rubate. Già vincitore del censimento del FAI 2016, ma senza che nessun intervento potesse essere realizzato con il contributo “I Luoghi del Cuore” di 50mila euro messo a disposizione per il primo classificato (rimasto congelato per via della situazione proprietaria), il castello rientra anche tra i 7 most endangered sites in Europe nominati dall’Associazione Europa Nostra. I voti per il censimento 2020 vengono raccolti dai comitati “Savesammezzano” e “FPXM”, che da anni si battono per la tutela e la valorizzazione del sito e che si sono nuovamente mobilitati per chiederne il recupero e la fruizione, auspicando che possa diventare di proprietà pubblica. La raccolta voti è sostenuta dalla cantante Irene Grandi.
Segue l’Abbazia di San Galgano a Chiusdino (SI), tra i monumenti iconici del centro Italia e uno degli edifici gotico-cistercensi più importanti del nostro Paese. Si lega al nome del cavaliere di Chiusdino Galgano Guidotti, che intorno al 1180 si ritirò a vita eremitica nella campagna di Montesiepi, dopo essere diventato monaco cistercense. Dopo la sua canonizzazione nel 1185, i cistercensi di Casamari edificarono la grandiosa abbazia in suo nome – sorta tra 1224 e 1288 e ispirata a modelli francesi – che ben presto soppiantò i monasteri benedettini dei dintorni, affermandosi come una delle più potenti in Toscana. La sua decadenza cominciò nel XV secolo e a fine Settecento crollarono il tetto, le volte e il campanile. A fianco dell’abbazia si conservano ampie porzioni del monastero. A fine 2017, in virtù della legge sul federalismo demaniale culturale, il bene è stato trasferito dallo Stato al Comune e sono in corso interventi di recupero per poter aprire al pubblico l’ala sinistra del monastero, che conserva le celle e una chiesetta interna. L’Abbazia di San Galgano è il “luogo del cuore” dell’attore Massimo Wertmüller.
Molto votata anche la Villa Medicea Ambrogiana di Montelupo Fiorentino (FI), grandioso edificio a pianta quadrata coronato da quattro torri angolari, costruito per volere di Ferdinando I de’ Medici alla fine del Cinquecento su un preesistente casino di caccia. La Villa, progettata probabilmente da Raffaello Pagni, collaboratore del Buontalenti, godeva di una posizione strategica per l’affaccio sulla confluenza tra i fiumi Arno e Pesa ed è l’unica villa medicea ad avere un attracco fluviale. Prediletta dal granduca Cosimo III, morto nel 1723, che vi allestì diverse collezioni, la villa divenne nel 1886 primo manicomio criminale del Regno d’Italia e vide tra i suoi “ospiti” gli anarchici Giovanni Passannante e Pietro Acciarito, accusati di regicidio ed entrambi morti nella villa di Montelupo. Dagli anni Settanta del Novecento fu ospedale psichiatrico giudiziario; chiusa nel febbraio 2017, è oggi affidata al Comune, ma si trova in uno stato di desolante abbandono. Il comitato “Ambrogiana mon amour”, promotore della raccolta voti, ne auspica il recupero e una nuova destinazione d’uso. La villa, che non rientra nel sito Unesco delle residenze medicee, fa parte della classifica speciale dedicata ai “Luoghi storici della salute”.
Ben posizionata la Stazione radiotelegrafica Guglielmo Marconi a Coltano, frazione di Pisa, inaugurata nel 1911 alla presenza del celebre scienziato italiano, chiamato da Re Vittorio Emanuele III. La sua architettura associava a un aspetto monumentale una ripartizione pienamente funzionale e fino al 1940 fu un centro regolarmente attivo e utilizzato per comunicazioni in tutto il mondo. I primi segnali inviati dalla Stazione Marconi raggiunsero il Canada e l’Eritrea; qui fu ricevuto l’SOS del Titanic e, nel 1931, partì proprio da Coltano il segnale che accendeva le luci del Cristo Redentore a Rio de Janeiro. Durante la Seconda Guerra Mondiale, le antenne furono distrutte e mai più ripristinate. La struttura è di proprietà demaniale e ha avuto il riconoscimento di “bene di valore storico ambientale”, ma si trova in stato di abbandono e ha subito diversi crolli. Già votata da 12.291 persone al censimento FAI 2010, classificandosi al sesto posto nazionale, la stazione sarebbe dovuta essere al centro di un progetto di recupero curato dal Comune di Pisa per ridarle una funzione di supporto alla ricerca scientifica universitaria. Nessun intervento, anche per mancanza di fondi, è però mai stato realizzato, a parte una messa in sicurezza effettuata nel 2018. Il comitato “Marconi Labs Coltano” partecipa al censimento auspicandone la riqualificazione.
Interesse anche per la Chiesa di San Pantaleone Martire a Vinci (FI), fondata nel XIII secolo e situata nel piccolo borgo di San Pantaleo – dove si dice fosse vissuta la madre di Leonardo da Vinci – da cui si abbraccia il paesaggio della Valdinievole. Il piccolo edificio, ad aula unica ma accorpato ad altri edifici, ha un’architettura molto sobria; l’interno, connotato da tre altari settecenteschi di semplice fattura, si presenta spoglio. Non è visitabile e si trova in cattivo stato di conservazione. Il comitato “Noi per San Pantaleo” partecipa al censimento 2020 per chiederne il recupero.
Tanti voti per le Terme Tettuccio di Montecatini Terme (PT), l’edificio termale più rappresentativo della cittadina strutturata a metà Settecento per volere del granduca Pietro Leopoldo per sfruttarne le sorgenti, già note in epoca romana. Si tratta di un imponente complesso sorto in epoca neoclassica, realizzato nel 1779-81 dall’architetto Gaspero Maria Paoletti, ma completamente rinnovato nel 1918-28 da Ugo Giovannozzi, che aggiunse tra l’altro il colonnato neorinascimentale. Alla decorazione delle Terme hanno collaborato diversi artisti: da Galileo Chini a Basilio Cascella, fino a Paolo Portoghesi, che vi ha creato un salone nel 1989. Immerse in un parco ricco di piante pregiate, vengono votate per renderle più note e incentivarne la visita. Le terme appartengono alla classifica speciale “Luoghi storici della salute”.
Segue il Cammino di Santa Giulia che collega Livorno con Brescia, un itinerario di 467 km in 25 tappe. Attraverso l’evocazione di un fatto storico – la traslazione del corpo della Santa dall’isola di Gorgona, dove fu martirizzata, a Brescia, avvenuta nel 763 d.C. per volere dagli ultimi regnanti longobardi, Desiderio e Ansa – il cammino permette di compiere un percorso spirituale e naturalistico. Attraversando Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, collega chiese e pievi legate alla devozione per la Santa, nel segno di un itinerario che esalta la meditazione attraverso la lentezza e la contemplazione del paesaggio e che tocca il Monte Pisano – vincitore del censimento FAI 2018 – Lucca, Sassuolo, Guastalla, Sabbioneta, snodandosi in gran parte tra l’Appennino Tosco-Emiliano e aree di campagna. Il comitato “In cammino con Santa Giulia” partecipa a “I Luoghi del Cuore” per sollecitare la creazione di una rete di percorsi sentieristici, da dotare di una segnaletica turistica, al momento presente solo in parte. Il cammino rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.
E ancora, il Chiostro di Buggiano Castello (PT) che appartiene all’Abbazia di Santa Maria Maggiore, edificata intorno al 1038 per volere di Sigismondo e Guido, signori di Buggiano, a fianco del loro castello. Il chiostro rappresenta l’elemento di snodo tra gli ambienti del complesso, frutto di varie trasformazioni. Di epoca rinascimentale, si sviluppa su due piani, separando la chiesa dagli ambienti di servizio. Il comitato “Insieme per il Chiostro”, che riunisce diverse realtà, tra cui lo stesso Comune, auspica in particolare il recupero della copertura sul lato che insiste sulla navata nord della chiesa, per sanare le infiltrazioni che minano la conservazione delle importanti opere d’arte conservate nell’edificio, dalla tavola con il Battesimo di Cristo di Bacchiacca alla Madonna con Bambino in terracotta policroma attribuita a Jacopo Sansovino. I locali dell’abbazia sono oggi in totale disuso e in stato di abbandono e anche il chiostro risulta adesso inagibile.