Il vento spirava dai monti. Era freddo e dispettoso. Per un po’ rimase sospeso tra cielo e terra, divertendosi a calciare le nuvole che attraversavano pigre la sera senza luna. Ma si stufò presto, stanco di sentire le stridule lamentele di cirri che starnazzavano come oche, offesi da quel rude trattamento. Allora guardò in basso e puntò risoluto verso la pianura, un lungo serpente di aria tumultuosa che zigzagava nel cielo, mettendo in fuga nuvole, passeri e colombi. Rami e frasche di olmi e pioppi cominciarono ad agitarsi in modo frenetico, quando il vento si distese sulla pianura. Soffiò impetuoso sul corso del Secchia, già provato da una quantità di acqua senza precedenti, pompata dalla neve che si scioglieva sulle vette e da giorni di piogge intense. Il fiume, spintonato dal vento, si dilatò e
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Luca Marchesi