Le baccanti, tragedia e divinità al teatro Manzoni

Fine settimana all’insegna della tragedia: da venerdì 11 a domenica 13 novembre, alle 21 nei feriali e alle 16 nel festivo, la stagione di prosa del teatro Manzoni prosegue con Le baccanti ─ Dionysus, il dio nato due volte. Lo spettacolo, tratto dall’omonima opera di Euripide, è diretto da Daniele Salvo e realizzato da La Fabbrica dell’Attore di Teatro Vascello (Roma)  insieme a Tieffe Teatro Menotti (Milano) e Teatro di Stato di Constanta (Romania).

Dio del vino, del teatro e del piacere, Dioniso nasce dall’unione tra Zeus e la mortale Semele. I parenti della donna, invidiosi, spargono la voce che in realtà sia figlio di un uomo qualsiasi, negandone la natura divina. Per convincere la città di Tebe di essere un dio, Dioniso ne induce alla follia le donne, che fuggono sul monte Citerone e celebrano riti in suo onore diventando baccanti. Il re tebano fa arrestare Dioniso, che reagisce scatenando un terremoto. Cominciano a spargersi strane voci sulle gesta delle baccanti: il dio convince il sovrano a mascherarsi per poterle spiare, ma in realtà sta tessendo la trama della propria vendetta.

Nel frenetico vivere odierno, gli ultimi resti di irrazionalità e presenza fisica sono affidati all’amore, alla malattia, al sonno. I tempi moderni costringono gli uomini a vivere in una realtà anestetizzata, un mondo fittizio dominato da un razionalismo sterile. Le Baccanti rappresenta una finestra sull’irrazionale, una riflessione sull’aspetto divino nella vita quotidiana.

“Abbiamo deciso di creare uno spettacolo che indaghi nel profondo il mistero di Dioniso, assaporandone l’essenza più pura ─ afferma il regista Daniele Salvo ─ Da circa venticinque anni lavoro sulla vocalità e sul suono nelle sue forme più diverse. Nel Dionysus le baccanti non comunicano solo attraverso il linguaggio e i suoi significanti, ma anche tramite la ricerca di una vocalità antica e una fortissima emotività. Dal mio punto di vista è proprio la tanto vituperata emotività il veicolo che rende ancora oggi possibile la fruizione del tragico e della catarsi. È profondamente necessario, per un interprete della tragedia greca, mirare al raggiungimento di temperature emotive elevatissime, compromettere la voce e il corpo per arrivare a stati davvero perturbanti”.

Sabato 12 novembre alle 17.30, nel Saloncino Manzoni di corso Gramsci, per la serie Il teatro si racconta è in programma un incontro con la compagnia.
Per informazioni consultare il sito www.teatridipistoia.it.

Fotografia: Giovanni Bocchieri

Annalisa Sichi

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