Tramonto su marte

Le rocce di Marte formate da batteri?

Certe rocce di Marte somigliano a rocce terrestri. Potrebbero averle formate organismi viventi. Lo rivelano due ricercatori. Nicola Cantasano e Vincenzo Rizzo dell’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo del Cnr di Cosenza hanno visto le analogie. I due ricercatori dell’Isafom-Cnr hanno condotto uno studio sistematico delle fotografie delle rocce marziane scattate dai rover Opportunity, Spirit e Curiosity. Hanno così rilevato analogie non solo con le strutture delle microbialiti terrestri (rocce costruite dai batteri) alle diverse scale dimensionali (microscopiche, ma soprattutto meso e macroscopiche, aventi carattere discriminante), ma anche nelle tracce attribuibili alla produzione batterica di gas e di gelatine adesive altamente plastiche. Lo studio è pubblicato su International Journal of Astrobiology.

«Attestato già nel 2009 che le lamine sub-millimetriche dei sedimenti marziani e le cosiddette Blueberry (sferule ematitiche di dimensioni millimetriche) non erano omogee, ma costituite da aggregazioni strutturali di grumi e microsferule più piccole (da 1/10 a 3/10 di millimetro), i primi studi si erano concentrati sulla morfologia delle singole microstrutture, individuando altre interessanti aggregazioni – spiega Cantasano – L’attenzione si è poi spostata sulla dislocazione di tali microstrutture sul piano di osservazione: la tessitura delle immagini è infatti una sorta di marker genetico che dipende dall’ambiente di sedimentazione e dalla attività batterica. Tale analisi, eseguita su un gruppo di circa 40 coppie di immagini sia dei rover che di microbialiti museali, ha evidenziato l’esistenza di interessanti trame a filamenti intrecciati, con forti parallelismi morfologici alla stessa scala».

Tali parallelismi microtessiturali sono stati oggetto in questi anni di altri studi.
«L’Università di Siena ha avviato un’analisi matematica frattale multiparametrica delle coppie di immagini, i cui risultati confermarono che esse sono identiche. Un ulteriore studio morfologico del Laboratorio de Investigaciones Microbiológicas de Lagunas Andinas-LIMLA su campioni di microbialiti viventi provenienti dal deserto di Atacama (Cile) ha permesso di evidenziare grazie alla pigmentazione organica che tali microstrutture e microtessiture esistono e sono un prodotto dell’attività batterica – prosegue Rizzo – Tuttavia, poiché le strutture a scala meso e macroscopica sono considerate discriminanti per il riconoscimento di tali rocce, nello studio attuale l’analisi microscopica è stata integrata da osservazioni sistematiche a scala maggiore. La quantità, la varietà e la specificità dei dati raccolti accreditano per la prima volta, in modo consistente, che le analogie non possono essere considerate semplici coincidenze».

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