In Italia spariranno i lettori? Il pericolo è concreto. I dati Istat riferiti al 2014 sono impietosi: i lettori – coloro che dichiarano di aver letto almeno un libro in un anno per motivi non professionali – sono appena il 41,4% della popolazione. Nel 2013 erano il 43%. Nel 2012 il 46%. La discesa, insomma, è inarrestabile.
La stranezza è che tutto ciò accada mentre cresce a dismisura il numero dei libri pubblicati, anche di autori italiani. Come a dire: pochi leggono, ma molti, anzi moltissimi, scrivono. Certo, c’è il fenomeno dell’editoria elettronica (ebook) e del self publishing (l’autopubblicazione anche di poche copie) che, a costi bassissimi o addirittura a zero costi, hanno ampliato la possibilità di “diventare” scrittore. Ma ha senso pubblicare (autopubblicarsi) se poi si corre il rischio che nessuno ci legga?
Le ragioni di questo assurdo fenomeno sono molteplici. E tutte, a mio avviso, imputabili agli editori, che ormai, se non raramente, non si preoccupano più di fare il loro mestiere. La ricerca e selezione di validi autori esordienti è più che marginale. Si preferisce pubblicare il romanzo dell’attore di grido, del politico disoccupato, del personaggio televisivo. Oppure si preferisce serializzare personaggi che hanno avuto un certo successo alla prima uscita ma che l’autore non riesce poi a rendere convincenti e appetibili nei successivi romanzi. Insomma, gli editori scommettono sul sicuro (avere la certezza di rientrare dei costi sostenuti) e non si preoccupano che il libro abbia davvero qualcosa da raccontare ai lettori. Per il resto, propongono tanti autori stranieri, spesso mal tradotti per limitare i costi, e nulla più. È chiaro che così non si conquistano nuovi lettori. Né si convincono i vecchi a continuare a leggere.
Nonostante queste sconsolanti premesse io coltivo comunque l’illusione di voler parlare di libri. Prima di tutto perché sono un lettore accanito e appassionato. In secondo luogo perché anch’io scrivo libri. E leggo e scrivo per una ragione molto semplice: capire e indagare il mondo, l’animo degli uomini.
Allora, vorrei chiudere queste righe consigliando la lettura di un grande classico: “Il vecchio e il mare” di Ernst Hemingway, perché in poche pagine di una prosa asciutta e bellissima è un libro che racconta una storia che è un’esortazione a non mollare mai, a non abbattersi di fronte a nessuna difficoltà.
Non mollare e non abbattersi, come fa il pescatore Santiago nella sua lotta contro il mare, è quello di cui abbiamo bisogno per vincere la sfida della lettura. E anche per affrontare questi tempi difficili in cui viviamo.
Luca Martinelli
Su Luca Martinelli, giornalista, scrittore, critico, conoscitore profondo del mondo dell’editoria, rinviamo al blog personale dedicato a Shelorck Holmes – libriconsherlockholmes.altervista.org – del quale ha per altro scritto nuove storie apocrife.