Leu denuncia: «La salute non è un affare privato del Pd»

«La sanità pratese non può essere un affare privato del Pd, a cui è consentito praticamente tutto, anche di visitare l’ospedale “S. Stefano” con il senatore Benedetto Della Vedova, candidato alla Camera nel collegio uninominale, e con il consigliere regionale Nicola Ciolini. Permesso invece negato ai candidati di Liberi e Uguali dalla direzione medica del nosocomio pratese». E’ quanto denuncia in un comunicato il Comitato elettorale provinciale pratese di Liberi e Uguali.
«E’ vero – si legge ancora nel testo – che dopo quella visita l’assessorato regionale alla Salute e la Presidenza, lo scorso 8 febbraio, emanarono una disposizione che impedisce l’accesso nel periodo elettorale, ma si deve sottolineare la grave scorrettezza della direzione sanitaria dell’ospedale, che tra l’altro ha accompagnato “servizievolmente” la visita del senatore Della Vedova e del consigliere Ciolini: se la direzione ospedaliera voleva mantenere un profilo di “neutralità” non aveva bisogno di attendere le disposizioni regionali, che casomai hanno cercato di porre rimedio, in ritardo, a Pd già riverito, al comportamento censurabile delle strutture dirigenti dell’ospedale S. Stefano».
«Leu – continua la nota del Comitato elettorale provinciale – denuncia che non è la prima volta che queste cose avvengono: c’è una continua interferenza del Pd per quanto concerne la vita quotidiana degli organi direttivi della sanità pratese, e della stessa Azienda Usl Toscana quando si interessa di Prato. Troppo spesso esponenti del Pd si comportano da “padroni” partecipando anche irritualmente alla elaborazione di decisioni in sedi tecniche e amministrative. Tutto ciò è intollerabile. La sanità pratese non fa parte del “patrimonio” del Pd›.
«Migliaia di persone anche a Prato – chiude il comunicato di Liberi e Uguali – non riescono ad avere accesso alle cure. E’ anche questa la ragione dell’ingolfamento del pronto soccorso, spesso l’unica e rapida risposta ai bisogni di cura e diagnosi. L’ampliamento del Santo Stefano, pur necessario, rischia di non bastare. La vera svolta di cui la sanità pratese ha bisogno è quella della costruzione di una rete diffusa di servizi e strutture territoriali, da costruire in un rapporto virtuoso coi medici di famiglia e i rappresentanti delle istituzioni locali».

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