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Libertà di stampa, non ci siamo ancora

Scrivere. Avere libertà di pensiero e di opinione. Qualcosa che dovrebbe e deve essere tutelato e garantito a tutti i giornalisti e non solo.
Oggi, da ormai 28 anni, si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa: «La libertà di stampa è un pilastro delle società democratiche, che possono prosperare solo se i cittadini hanno accesso a informazioni affidabili e fanno le proprie scelte con cognizione di causa e l’Ue è determinata a fare di più, in Europa e altrove».
Queste le parole dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrel Fontelles, che dovrebbe essere monito e guida per ciascun paese, europeo e non.
In Marocco, purtroppo, tiene banco il caso di Omar Radi e Soulaiman Raissouni, in prigione rispettivamente da otto e dieci mesi sulla base di post anonimi sui social e stampa diffamatoria e per questo hanno deciso di fare lo sciopero della fame. False notizie, diffamazioni: molti attivisti sono scesi in piazza per chiederne il rilascio e un processo equo e non basato su incertezze e fake news.
E l’Italia invece? Non siamo invidiabili: secondo l’ultimo rapporto di Reporter senza frontiere, in oltre 130 Paesi nel mondo l’esercizio del giornalismo “vaccino principale” contro la disinformazione è “totalmente o parzialmente bloccato”, e il nostro paese è 41esimo in Europa, cioè occupa l’ultima posizione, ed ha ben venti giornalisti sotto scorta.
Il World Press Freedom Day fu istituito per ricordare, se mai ce ne fosse bisogno, l’importanza della libertà di stampa e sottolineare come i governi debbano, giorno dopo giorno, sostenere fortemente la libertà di parola dei loro cittadini.
3 aprile 2021: non ci siamo ancora.

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