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Libri: i pensieri in libertà sulla pandemia di Francesco Carbini

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Presentato in Consiglio regionale “Controvento. Il coraggio della pecora nera” di Francesco Carbini. Sono intervenuti il vicepresidente Marco Casucci e la giornalista Hoara Borselli

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 Avere il coraggio della resilienza, la capacità di risorgere dalle proprie ceneri: in sostanza, avere il coraggio di essere liberi, sempre, anche andando in direzione contraria alla massa. Racconta tutto questo “Controvento. Pensieri in libertà dopo la pandemia”, il volume di Francesco Carbini, Aska editore, che è stato presentato oggi, venerdì 17 febbraio, nella sala Fanfani a palazzo del Pegaso, e che nasce dalle riflessioni fatte dall’autore nei momenti più critici della diffusione del virus, quando le misure di contrasto sono state drastiche e rigide.

Secondo il vicepresidente del Consiglio regionale, Marco Casucci, quello di Carbini è “un testo che col suo titolo ci invita alla riflessione. Mi piacciono le persone che coltivano il dubbio, che si pongono degli interrogativi, che si domandano che cosa può essere migliorato. È un approccio pragmatico, concreto, ai problemi che ci pone la realtà e la società di oggi”. Casucci ha sottolineato che “la pecora nera è il simbolo più evidente di quella che oggi siamo soliti chiamare la resilienza, cioè la capacità di superare le difficoltà non solo mantenedoci per come siamo, ma migliorandoci. Per questo mi fa piacere ospitare nella sede istituzionale del Consiglio regionale la presentazione del libro di Carbini”.

Di un testo in cui si riconosce moltissimo ha parlato Hoara Borselli, giornalista di Libero. “Mi è stato chiesto di scrivere la postfazione di questo libro – ha detto – e per me è stato motivo di grande orgoglio accomunare la mia firma a quella autorevole di Claudio Martelli che ha curato la prefazione. Credo che l’autore abbia pensato a me per un motivo, perché quando ha pensato al titolo ‘Controvento. Il coraggio della pecora nera’ ha pensato che questa, sicuramente, dovessi essere io. Del resto, non ho mai nascosto la mia tendenza ad andare controcorrente e di uscire, anche con grande fatica, da quello che è il pensiero unico”.

Francesco Carbini, la pecora nera richiamata nel titolo del suo libro, ha spiegato di aver voluto “offrire una narrazione diversa di quella imperante durante la pandemia e il lockdown. Ritenevo e ritengo che la narrazione che si faceva allora della pandemia fosse a senso unico. Mi sono sorti dubbi sul come l’emergenza è stata affrontata nei primi momenti e poi con l’andare del tempo. Ne sono nati pensieri in libertà, che in larga parte hanno conflitto con il racconto troppo spesso univoco e schiacciato sulla contingenza del momento, ponendomi soprattutto il problema che questa emergenza stava comprimendo, senza però suscitare sufficienti reazioni, le libertà personali di ognuno di noi. Questo mi ha fortemente preoccupato e da qui è iniziato lo sviluppo del libro”.

Nel libro Carbini parla del suo essere libero che lo porta molto spesso ad andare ostinatamente in direzione contraria. “Come quando tira un forte vento e continui a camminare, facendo tanta fatica ma fiero di sfidare quella forza della natura – si legge nella prefazione” Si fa un paragone con la “pecora nera: derisa, disapprovata, fino a essere emarginata”. “Ricerche scientifiche – si spiega – hanno messo in luce che le pecore nere sviluppano un elemento fondamentale: la resilienza, ossia la capacità di un materiale di assorbire un urto senza ammaccarsi e senza rompersi. In psicologia, tale parola indica l’abilità di un individuo di affrontare un trauma o un periodo difficile superandolo senza conseguenze. Insomma, si tratta del potere di risorgere dalle proprie ceneri, di trasformarsi e rigenerarsi senza cambiare la propria natura e traendo vantaggio dalle esperienze negative”.

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