Presentato il libro del magistrato Annamaria Frustaci davanti a una platea di giovani studenti. Il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo: “Investire in cultura della legalità”
Firenze – Una presentazione di un libro che è stata anche, e soprattutto, una lezione e un momento di confronto con i più giovani su che cosa sia la mafia e su come combatterla. Questa mattina, nella sala Gonfalone di palazzo del Pegaso gremita dagli studenti di due classi di terza delle scuole fiorentine Carducci e Pestalozzi dell’Istituto Centro storico-Pestalozzi, l’appuntamento era con Annamaria Frustaci e con il volume da lei scritto, dal titolo “La ragazza che sognava di sconfiggere la mafia” (Mondadori). Una storia in parte autobiografica in cui la protagonista, l’adolescente Lara che vive in un piccolo paese della Calabria, impara molto presto che nella sua terra esiste un malcostume fatto di violenze e soprusi che non ha riscontro con la laboriosità e onestà della sua famiglia e di tante persone. L’incontro con un magistrato e l’ispirazione tratta dalle figure eroiche di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino le faranno scegliere la strada del suo futuro.
Alla presentazione, moderata dal giornalista Francesco Ippolito, ha partecipato il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo. “Questo libro sottolinea un concetto che io ritengo fondamentale – ha detto Mazzeo -: le mafie si combattono anche diffondendo la cultura della legalità, e lo si deve fare a partire dalle scuole. Investire in cultura significa investire in libertà. È questa la stella polare del mio impegno nelle istituzioni”. “La libertà non va mai data per scontata, va coltivata e innaffiata ogni giorno come un fiore – ha proseguito il presidente -. La mafia ha tante facce, esiste anche in Toscana, è subdola, si insinua nella nostra società e nelle nostre famiglie, per questo non dobbiamo mai essere indifferenti e dobbiamo impegnarci per combatterla”.
Un concetto ribadito più volte anche dall’autrice, magistrato del pool antimafia creato a Catanzaro dal procuratore Nicola Gratteri, che ha risposto alle numerose domande che le sono state poste dagli studenti sulla mafia, sul suo libro, sulle sue scelte di vita. “Ci sono realtà criminali che hanno una caratteristica, quella di mimetizzarsi – ha spiegato Annamaria Frustaci ai ragazzi -. Nei territori in cui le istituzioni sono meno presenti e ci sono maggiori difficoltà ad ottenere servizi e a vedere riconosciuti i propri diritti, loro ci sono e ti propongono soluzioni, così se ne diventa schiavi”.
Ai ragazzi, al termine dell’incontro, sono state donate copie della Costituzione e dello Statuto della Regione Toscana.
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Annamaria Frustaci, è nata a Catanzaro, laureata in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Pisa nel 2010 diventa magistrato e torna a Catanzaro per svolgere la formazione. Lavora alla procura di Reggio Calabria con il magistrato Nicola Gratteri e dopo altri incarichi torna nel 2016 a Catanzaro per lavorare nel pool antimafia costituito dallo stesso Gratteri, pool che ha rilevato legami tra criminalità organizzata, politica e imprenditoria. Da oltre dieci anni è nella sua squadra e da circa due è sotto tutela per il processo alla ‘ndrina Soriano di Filandari e per il processo Rinascita-Scott.
di Cecilia Meli