Il volume, edito dall’Assemblea legislativa, che raccoglie la tesi di laurea della consigliera comunale di Firenze è stato presentato a palazzo del Pegaso
di Emmanuel Milano, 14 febbraio 2024
Firenze – Il libro ‘Barriere architettoniche e fruizione del bello: la difficile accessibilità dei beni culturali’ di Michela Monaco, edito dall’Assemblea legislativa toscana, è stato presentato nel pomeriggio di ieri, mercoledì 14 febbraio, nella sala Affreschi di palazzo del Pegaso. Il volume, che raccoglie la tesi di laurea di Michela Monaco, consigliera comunale a Firenze, si occupa dei problemi inerenti al diritto di accesso delle persone con disabilità agli edifici pubblici e privati e, in particolare, dei luoghi assoggettati al vincolo storico-artistico, sui quali aleggia un astratto divieto generale di modifica dell’edificio.
“Sono felice di poter presentare l’ultima pubblicazione dell’Assemblea legislativa toscana”, ha detto il presidente Antonio Mazzeo portando i saluti del Consiglio regionale:
“La tesi di laurea di Michela Monaco, costruita dal punto di vista di chi vive una disabilità, ci racconta come possiamo lavorare per ridurre ancora di più le barriere architettoniche. Come può cambiare la vita delle persone e come si possono realizzare le condizioni per costruire sempre più diritti e opportunità per chi vive una disabilità”.
“A noi – ha proseguito il presidente Mazzeo – il compito di seguire le indicazioni che ci vengono date in questa pubblicazione. La Toscana non si è mai voltata dall’altra parte e saper tenere insieme la bellezza dei nostri luoghi culturali e il superamento delle barriere architettoniche che ancora ci sono è segno di una Toscana che vuole vivere la sua bellezza, ma guardando avanti e costruendo condizioni di vita migliori per tutti”.
“Cercare di ridurre le distanze – ha concluso il presidente del Consiglio regionale – è questo il tema al centro del dibattito in una terra di opportunità come la Toscana e in questa pubblicazione c’è tutto questo. Ma la pubblicazione del libro è un bel messaggio di speranza e una buona notizia e sono convinto – ha detto rivolgendosi a Michela Monaco – che con il tuo impegno e il tuo sorriso renderai Firenze e la Toscana più belle e accessibili”.
Collega di Michela Monaco nel Consiglio comunale di Firenze, il presidente Luca Milani ha portato i saluti del sindaco Dario Nardella e ha raccontato come le prime barriere architettoniche da superare fossero proprio a palazzo Vecchio: “Nel 2019, quando Michela è arrivata in Consiglio comunale, c’era una scarsa accessibilità e un ascensore fuori servizio è diventato un problema importante. Per questo Michela Monaco ha avuto una pazienza enorme. La sua tesi ci aiuta a capire a che punto siamo e spesso teniamo gli occhi chiusi nei confronti di questo problema, quando due gradini diventano un ostacolo insuperabile. Ora abbiamo più accortezza e le chiediamo scusa per i disagi che le abbiamo provocato. La sua serenità e la sua gioia di vivere sono per noi una grande lezione di vita”.
Alessandra Albanese, docente dell’Università di Firenze è stata la relatrice della tesi: “Michela mi prospettò il tema con molta convinzione, declinando il tema delle barriere architettoniche nella fruizione di beni storici e artistici. Esiste una normativa frammentata e stratificata nel tempo. Il superamento o l’abbattimento delle barriere architettoniche è problema non risolto nonostante che l’obiettivo sia normato da molto tempo e per me è molto importante che il suo lavoro di analisi e ricostruzione sia diventato un libro. Il tema delle limitazioni poste dalle barriere architettoniche tocca diritti garantiti dalla Costituzione e i temi dell’indipendenza e della non fruibilità riguardano tante categorie, dalle persone anziane alle mamme che spingono un passeggino”.
Per il professor Antonio Laurìa dell’Università di Firenze “il lavoro di Michela Monaco è chiaro ed esemplare”. Il professore ha sottolineato in particolare un aspetto: “La costruzione di barriere architettoniche in modo anche inconsapevole è continua e il tema dell’inclusione riguarda tutti noi. L’accessibilità va allontanata dalla disabilità per evitare che sia considerata un problema solo di una minoranza. Come architetto posso dire che non servono solo buone leggi, ma anche buoni progetti”.
Luca Marzi, anche lui professore all’Università di Firenze, ha raccontato come insieme a Michela Monaco si sia occupato del tema della pianificazione, incontrando diverse volte la consigliera comunale: “Durante il covid ci siamo accorti di come il diritto al libero movimento fosse negato a tutti e per questo abbiamo trovato delle soluzioni per connetterci. Dobbiamo ricordarci che, sopra i 2 centimetri e mezzo, i gradini sono una barriera architettonica e a Firenze sono infiniti”.
Chiudendo il pomeriggio di riflessione l’autrice Michela Monaco ha spiegato, parlando della sua tesi, di come abbia trovato poche fonti dal punto di vista giuridico e architettonico. Poi ha ringraziato il presidente Luca Milani “per avere fatto il massimo, per rendere accessibile il Consiglio comunale a palazzo Vecchio”. “La situazione dell’accessibilità negli ultimi anni è rimasta immutata e il mio lavoro è partito dalla definizione di una barriera architettonica, che riguarda chiunque, concludendosi con la mia esperienza personale ogni giorno a Firenze”.
“L’accessibilità è interesse di tutti – ha raccontato – e l’abbattimento degli ostacoli gioverebbe a tantissime persone, da chi si rompe una gamba a una persona incinta. Prima o poi una mobilità limitata la sperimentano tutti. Nella mia esperienza personale ho trovato tanti palazzi inaccessibili, per esempio i bagni del Tribunale non erano attrezzati per i disabili. La normativa è vecchia e siamo indietro di una trentina d’anni con una legislazione che non viene aggiornata alle nuove tecnologie”. “Parlando dei Beni culturali – ha concluso – il problema non riguarda solo i diritti, ma anche l’accessibilità per il turismo, e non è vero che la normativa preveda solo vincoli e divieti, ma le autorizzazioni sono permesse. Il più grande vuoto legislativo non riguarda la presenza di obblighi, ma l’assenza di sanzioni pecuniarie e amministrative”.