Coronavirus

L’Oms riconosce che è raro che gli asintomatici trasmettano il coronavirus

Che sia una questione meccanica o che si tratti di carica virale, i dati dimostrano che è assai raro che un asintomatico trasmetta il Sars-CoV-2. Finisce qui la corsa agli untori, quelli delle corsette lungo il mare o sotto casa, e tutti gli altri indicati come pericoli pubblici durante un lockdown dettato, oltre che da modelli matematici catastrofisti, dall’eccesso di zelo. A riconoscere che gli asintomatici non trasmettono il virus, o lo fanno in pochissimi casi, è la stessa Organizzazione mondiale della sanità, la stessa che prima aveva bollato come poco utili le mascherine e che adesso le ritiene indispensabili. Tanto per dire che, di fronte all’incertezza e alla grave minaccia, in pochi hanno saputo mantenere i nervi saldi, a cominciare dalla stessa agenzia dell’Onu e da chi le gravita intorno.

Un po’ di pericolo c’è, ci mancherebbe altro. Tuttavia, gli effetti delle misure draconiane, compreso quello di rilanciare, forse, il ruolo dell’Oms anche fra i Paesi industrializzati, appaiono di giorno in giorno sempre meno in linea con l’obiettivo di tutelare la salute e la società nel loro insieme e in tutti i loro risvolti. Di scarso contagio degli asintomatici si era del resto parlato, più che ipotizzato, nei primi tempi. E non lo avevano fatto i giornalisti o gli uomini della strada bensì gli specialisti. E così tante altre cose che, espresse qui malgrado la ponderatezza e l’accuratezza nella scelta delle fonti durante l’intera epidemia, non sono dette col senno di poi. L’avevamo lette e talora riportate prima.

Sta di fatto che è « molto raro che una persona asintomatica possa trasmettere il coronavirus – ha detto Maria Van Kerkhove, capo del team tecnico anti-Covid-19 dell’Oms – Dai casi asintomatici, in diversi Paesi è emerso che questi non hanno trasmesso il virus». La ragione risiede nelle famose goccioline emesse con colpi di tosse e starnuti che, nelle persone che hanno sviluppato una forma assai leggera della malattia, non sono abbastanza infette. L’Oms, ha precisato Van Kerkhove, sta comunque continuando a raccogliere e analizzare dati per giungere a una conclusione.

Please follow and like us: