Ha maturato una lunga esperienza nella sanità e nel sindacato e si è già seduto sui banchi del consiglio comunale di Prato. A distanza di 5 anni, una pausa lunga per chi ha la politica nel sangue, Luciano Gestri torna a candidarsi. Lo fa con Forza Italia. Perché?
«Sento davvero di dover dare un contributo, in particolare sui temi della sanità che conosco profondamente. Per 40 anni ho fatto l’infermiere e per 24 anni sono stato segretario generale della Cisl sanità», dice il diretto interessato.
Luciano Gestri ha un obiettivo primario: l’ospedale di Prato. E al suo interno, ha pure un obiettivo particolare: eliminare le barelle.
«Ho da tempo un progetto nel cassetto e lo porterò al nuovo sindaco, qualsiasi possa essere la sua etichetta politica, per procedere immediatamente alla realizzazione di questo progetto», annuncia il candidato di Forza Italia. «Spero che vinva il candidato del centrodestra Daniele Spada ma lavorerò comunque all’eliminazione delle barelle. Non è possibile stare anche 3 giorni in attesa di un posto letto, senza neppure un comodino, un armadietto, pranzo e cena, una bottiglia d’acqua».
Secondo Luciano Gestri, i problemi del pronto soccorso e più in generale dell’ospedale Santo Stefano sono molti. «Non discuto l’attività del personale medico, infermieristico e di altra natura che svolge la sua attività alla perfezione – prosegue l’ex segretario Cisl – Il punto di fondo è che la carenza di posti letto è carente rispetto alla popolazione: mancano 162 letti e la palazzina che dovrebbe essere costruita ne prevede 120, senza contare che la sua stessa costruzione registra già ritardi perché sono stati rilevati problemi derivanti dal rischio idraulico».
Ma il sindaco che potrebbe fare? «Per la legge, il sindaco è la massima autorità sanitaria del Comune. Qualsiasi sia il suo colore, deve garantire i diritti dei suoi concittadini. Vedrò di coinvolgere nella mia battaglia anche il Centro diritti del malato perché nel 2019 non dovrebbe esistere un ospedale che ha le barelle».
I problemi della sanità non finiscono però qua, secondo Luciano Gestri, che prende di mira anche le liste d’attesa, il parcheggio dell’ospedale, la mancanza di corsie preferenziali, nell’accesso alle cure, per i disabili. «Non bisognerebbe neppure abbandonare alcuni dei locali del vecchio ospedale, perché potrebbero accogliere attività fondamentali e caranti. E un’altra carenza – prosegue Gestri – riguarda le Rsa. Basti pensare che la nuova residenza di Narnali è stata aperta e subito chiusa, in attesa che l’attività parte in pieno. Penso inoltre che sia opportuno delegare ai medici presenti nei distretti sanitari anche le attività medico-legali, come era una volta, relativamente a rilascio e rinnovo patenti, patenti speciali, perché il sistema è al collasso».