La proposta di legge, che vede come prima firmataria Anna Paris (Pd) è stata licenziata con voto favorevole all’unanimità dalla commissione Sanità presieduta da Enrico Sostegni (Pd)
di Cecilia Meli
Firenze – Sarà vietato ai minori l’uso delle ‘ticket redemption’, le macchine da gioco che all’esito della partita restituiscono al giocatore dei punti, sotto forma di ticket, che possono essere accumulati e utilizzati per l’acquisto di premi presenti all’interno delle sale giochi e dei centri commerciali.
Lo prevede una proposta di legge che è stata licenziata questa mattina, giovedì 29 giugno, con voto favorevole all’unanimità, dalla commissione Sanità presieduta da Enrico Sostegni (Pd).
La proposta di legge è di iniziativa di un gruppo di consiglieri del Pd: prima firmataria Anna Paris, a cui seguono Ilaria Bugetti, Andrea Pieroni, Enrico Sostegni, Federica Fratoni, Andrea Vannucci, Vincenzo Ceccarelli, Elena Rosignoli, Donatella Spadi, Massimiliano Pescini, Cristiano Benucci, Mario Puppa.
L’obiettivo è quello di combattere la ludopatia, e lo sviluppo di questa patologia soprattutto tra i giovani, che queste macchinette possono favorire. Come hanno spiegato i firmatari, se questi congegni, attivabili con moneta, con gettone o altri strumenti elettronici di pagamento, non risultano strettamente ascrivibili al gioco d’azzardo in quanto non erogano premi in denaro e le relative vincite non sono esclusivamente dettate dal caso, possono risultare comunque particolarmente nocivi per i ragazzi.
Sulla proposta di legge la commissione Sanità ha svolto un lungo lavoro, come ha ricordato la consigliera Anna Paris durante la seduta, introducendo e approvando una serie di emendamenti per migliorarla e specificare meglio gli aspetti relativi alle sanzioni e alle modalità di attuazione.
L’atto dunque modifica la legge regionale in materia vigente (57/2013), per disciplinare il divieto da parte dei minori dei dispositivi ‘ticket redemption’. Prevede inoltre sanzioni fino a un massimo di 500 euro in caso di inosservanza del divieto e la redazione di un regolamento che detti le norme di attuazione.
Adesso la proposta di legge approderà in Consiglio regionale per l’approvazione definitiva.