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Luigi Sturzo e la pace a 104 anni dai ‘liberi e fort

Il convegno a palazzo del Pegaso. Il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo: “Il pensiero di Sturzo è di straordinaria attualità e va fatto ogni sforzo per aprire una nuova fase di dialogo”. Il portavoce dell’Opposizione Marco Landi: “Tra i firmatari dell’appello ci fu il toscano Giovanni Bertini”

 La figura di Luigi Sturzo è stata al centro del convegno su la pace e la comunità internazionale a 104 anni dall’appello ai ‘Liberi e forti’. Una riflessione ampia e approfondita quella che si è svolta in sala Gonfalone di palazzo del Pegaso.

Ad aprire i lavori il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo che ha sottolineato l’importanza di un tema, “quello della pace e del ruolo della comunità internazionale, presente proprio nelle prime righe dell’appello con cui, il 18 gennaio di 104 anni fa, don Luigi Sturzo apriva la stagione di un nuovo impegno politico dei cattolici italiani alla vita nazionale, superando il ‘non expedit’ di Papa Pio IX”.

“Nelle sue parole – ha aggiunto – c’è il riconoscimento del valore della pace come pure del ruolo essenziale perché essa sia realizzata dalla comunità internazionale e dagli organismi a tutela del diritto. Un tema ancora più attuale alla luce della guerra in Ucraina, con un conflitto che dopo decenni è tornato nel cuore dell’Europa”. Per il presidente Mazzeo “il pensiero di Sturzo è di straordinaria attualità e va fatto ogni sforzo per aprire una nuova fase di dialogo”.

“Io penso – ha concluso – che ognuno di noi deve seguire le parole di don Luigi Sturzo come guida nell’impegno che ci mettiamo nelle istituzioni sempre più alla ricerca della pace con atti concreti, con azioni di mediazione, di conciliazione. Oggi servono costruttori di ponti e non serve alzare muri”.

Marco Landi, portavoce dell’Opposizione, ci ha tenuto a sottolineare come “tra i firmatari dell’appello ci fu anche un toscano, un pratese, per la precisione: l’avvocato Giovanni Bertini, esponente di primo piano del Movimento dei Cattolici Democratici, collaboratore di Don Sturzo, deputato e ministro fino all’avvento del fascismo e, nel dopoguerra”.

“Nel 1919 – ha proseguito Landi – il mondo era uscito dalla Grande guerra ed era attraversato da tensioni ad essa legate. Oggi non abbiamo una Grande guerra alle spalle, ma tanti conflitti sparsi. Una guerra mondiale a pezzi, come ebbe a dire Papa Francesco qualche anno fa. L’appello stesso contiene passaggi significativi dedicati alla pace. Passaggi che, nel messaggio ispiratore, non hanno perso con il mutare dei tempi la loro attualità”.

Gli interventi – moderati da Domenico Mugnaini, direttore di Toscana Oggi – sono stati affidati ad Alberto Bosi, presidente associazione Francesco Bosi e a sua eccellenza monsignor Michele Pennisi, Arcivescovo emerito di Monreale.

Il primo ha sottolineato il ruolo dell’associazione: “Noi proseguiamo il lavoro delle idee di Francesco Bosi durante la sua lunga carriera politico-amministrativa. E cerchiamo di farlo soprattutto dal punto di vista formativo-educazionale per affermare le sue idee attraverso il passaggio alle nuove generazioni”. Monsignor Pennisi ha ricordato invece quel giorno di 104 anni fa: “Il 18 gennaio è la data in cui Luigi Sturzo lanciò l’appello ‘ai liberi e forti’, nell’appello c’era un messaggio per la pace internazionale e per la creazione di una comunità internazionale che allora era la Società delle Nazioni e poi si è trasformata nell’Onu. Sturzo diceva che la guerra può essere eliminata nella misura in cui c’è una organizzazione internazionale capace di avere un’autorità morale e di imporsi su tutti i popoli. Un messaggio di grande attualità in un momento in cui c’è la guerra in Ucraina”.

L’appello ai ‘Liberi e forti’, scritto sotto l’ispirazione di Sturzo, rappresenta una pietra miliare nella storia del Cristianesimo democratico italiano. Lanciato oltre un secolo fa, il 18 gennaio 1919, dalla Commissione provvisoria del Partito Popolare Italiano, si rivolgeva ‘A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti’, quindi a uomini moralmente liberi ed evoluti dal punto di vista sociale, che erano disposti a impegnarsi a sostenere un progetto politico e sociale per l’Italia dopo la Prima guerra mondiale. Tra i membri della Commissione provvisoria, guidata da Luigi Sturzo, vi erano Giovanni Bertini, Giovanni Bertone, Stefano Gavazzoni, Achille Grandi, Giovanni Grosoli, Giovanni Longinotti, Angelo Mauri, Umberto Merlin, Giulio Rodinò, Carlo Santucci. L’appello, scritto sotto l’ispirazione di Sturzo, rappresenta una pietra miliare nella storia del Cristianesimo democratico italiano.

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