Mio padre ha vissuto a Venezia nell’età tra i quattordici e i quindici anni. Alla morte improvvisa e prematura di mio nonno aveva lasciato Roma per andare ospite del fratello di lui, magistrato nella città lagunare: lo zio l’aveva chiamato in un ambiente per lui nuovo da esplorare, perché potesse rasserenarsi in compagnia dei cugini, suoi coetanei.
Di quella Venezia goduta da adolescente e conservata nel cuore, mio padre me ne parlò a lungo, più volte, quando io ero ancora piccola . Me la descrisse con parole dal tono favoloso, capaci di rendere in immagini vive le sensazioni che quell’esperienza gli aveva lasciato. Mi raccontò pure dei viaggi di Marco Polo, degli incontri e degli scambi avvenuti nei secoli con l’ Oriente lontano e prezioso; accrescendo così nel mio immaginario l’ aurea di sogno, in cui già la vedevo avvolta.
Quando poi, nella prima giovinezza, vidi Venezia con i miei occhi, ne rimasi talmente incantata che la elessi mio luogo dell’anima; in seguito, da adulta, anche mia meta ricorrente, in occasione di grandi mostre e nei momenti grigi dello spirito.
Susanna Tonelli
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