Il saggio è stato presentato nel Media Center Sassoli di palazzo del Pegaso. Il presidente dell’Assemblea legislativa Mazzeo: “Il contrasto tra luce e ombra, messo in evidenza da Marina Pratici, sollecita lo spirito critico di ognuno di noi”. Il consigliere regionale Bugliani: “L’autrice esalta il ruolo della saggistica come arte letteraria”
Firenze – Marina Pratici, docente e critico letterario nella sua opera ‘Fotologia dell’ombra’, edizioni Helicon, presentata martedì 30 maggio nel Media Center Sassoli di palazzo del Pegaso, ci fa rivivere il 1922, un anno mirabilis per la letteratura. Un anno che lega le opere e le storie di quattro grandi autori Pier Paolo Pasolini, Thomas Eliot, James Joyce e Marcel Proust.
“Non c’è posto migliore per presentare questo libro – ha spiegato il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo – perché questo spazio è dedicato a David Sassoli e le sue parole ‘La speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno’ si legano perfettamente alle luci e ombre che incontriamo nella nostra vita. Un contrasto, quello tra luce e ombra, messo in evidenza nel suo libro da Marina Pratici che sollecita lo spirito critico di ognuno di noi”.
“Investire in cultura – ha proseguito Mazzeo – vuol dire investire in libertà. Troppo spesso in tante parti del mondo, ma anche della nostra Europa si tende a limitare la costruzione di cultura e di pensiero. E in un tempo come questo ne abbiamo particolarmente bisogno. Il libro di Marina Pratici ci scuote, ci pone tante domande. Ci pone domande tra le ombre e la luce, tra il buio e la speranza. E penso che noi attraverso iniziative culturali come questa dobbiamo costruire le condizioni perché ci sia più speranza e perché da quella che è la memoria del tempo che è stato, dalla capacità di questi grandi autori di saperci raccontare il loro tempo, si possa costruire un futuro migliore”.
“Quello di Marina Pratici – ha spiegato il consigliere regionale Giacomo Bugliani – è un saggio nel quale si rivitalizza la valenza della saggistica in chiave letteraria. Attraverso la disamina del pensiero di alcuni importanti scrittori l’autrice esalta il ruolo della saggistica come arte letteraria. E lo fa trasmutando il saggio in una vera e propria opera d’arte. Un ennesimo successo, quello di Marina Pratici, che è sicuramente l’indice di una fama e di una notorietà che sta avendo a livello nazionale e internazionale. È un onore per tutta la Toscana ospitarla nella sede del Consiglio regionale e io, in particolare, da consigliere eletto nella provincia di Massa e Carrara vedo arrivare qui una bravissima scrittrice della nostra terra”.
Docente e critico letterario l’autrice Marina Pratici racconta come è nata l’idea: “Questo libro nasce da un convegno che si è svolto durante l’anno pasoliniano, il 2022, anno in cui si è celebrato il centenario della sua nascita. Da lì avendo una specifica competenza sulla letteratura angloamericana ho trovato tante correlazioni. Ma si tratta anche di un centenario particolare in cui nasce Pasolini e muore Marcel Proust. Nello stesso anno il 1922 escono due capolavori della storia del romanzo e della poesia, ‘The waste land’ di Thomas Eliot e ‘l’Ulisse’ di James Joyce. Da lì non potevo esimermi da scrivere un saggio su questo centenario che mette in un magico gioco misterioso di correlazioni unite tutte queste figure”. “Il titolo Fotologia dell’ombra – ha concluso – è volutamente criptico ed estremamente impattante. A unire i quattro autori è infatti l’indagine dell’ombra”.
A presentare il volume di giornalista Jacopo Chiostri: “Marina Pratici è andata a seguire un filo conduttore che unisce le opere e gli scrittori e l’ha trovato. Ha fatto un lavoro diverso da quello che spesso si fa. Gli autori partono da un loro presupposto, da una loro idea, da una loro teoria, e vi adattano i fatti. Marina no, con la sua grande competenza letteraria è andata a cercare il filo conduttore e piano piano lo ha snodato. E credo sia utile a tutti perché si tratta di un’opera di facile lettura, discorsiva. Spiega molte cose ed è riuscita a fare una scrittura leggera, non per niente cita anche Calvino che parlava della leggerezza come di un punto cardine della scrittura”.