Una lettera al presidente della Regione Enrico Rossi, per chiedere la riapertura in piena sicurezza delle aziende del marmo. L’economia di Carrara è dintorni è del resto provata e rischia di trovarsi presto allo stremo, con una notevole perdita di posti di lavoro. Lo rileva, nella lettera al governatore toscano, il presidente degli industriali di Massa e Carrrara, Erich Lucchetti.
«L’ Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana ha calcolato che stiamo perdendo come economia toscana una cifra enorme ogni settimana: dagli 800 milioni a 1 miliardo. – scrive Lucchetti – È evidente che se questa emorragia non si blocca il Prodotto interno lordo della nostra regione subirà un crollo che difficilmente potrà essere recuperato. Soprattutto perché sarà complicato poter compensare la presumibile contrazione della domanda interna con una speculare espansione della domanda estera. Non solo perché anche altre economia sono in fase regressiva visto che questa emergenza sanitaria non conosce confini, ma soprattutto perché è proprio il nostro export che sta subendo i colpi più duri».
«Infatti mentre le nostre aziende più votate all’esportazioni sono ferme, le aziende esportatrici di altri Paesi non hanno conosciuto alcuna pausa. Il vuoto che il nostro export sta lasciando è così riempito giorno dopo giorno dai nostri concorrenti stranieri. Il settore dell’escavazione e della lavorazione del marmo e il suo indotto lavorano soprattutto con l’estero. E in questo momento non solo non riusciamo ovviamente a conquistare nuovi clienti e nuovi mercati, ma stiamo perdendo anche quelli che avevamo. Sono ormai giorni che le nostre aziende stanno ricevendo dai clienti esteri messaggi preoccupanti. Tutti ci stanno avvertendo che continuando la nostra assenza saranno costretti a rivolgersi ad altre aziende di altre nazioni».
«Questo significa che più tardi ripartiremo più la distanza con queste aziende estere sarà ampia e incolmabile con ovvie ripercussioni sia sui livelli produttivi che occupazionali. Questo è soprattutto vero per il settore lapideo in generale e del marmo in particolare. Ed è vero soprattutto per una realtà come Massa Carrara che, come lei sa, ha difficoltà sia di crescita che di occupazione molto più elevate rispetto al resto della Toscana – continua il presidente degli industriali – Per il marmo, per Massa Carrara questo blocco forzato della produzione ha un prezzo molto più alto che altrove. L’Istituto di ricerca della Camera di Commercio di Massa Carrara ha ipotizzato che nei prossimi mesi, se non interverranno cambiamenti, la metà delle imprese della nostra provincia avrà dimezzato l’occupazione e in particolare le imprese lapidee vedranno ridursi di quasi la metà sia il fatturato che i posti di lavoro. È un rischio che va scongiurato e che si può scongiurare».
Che fare? A Enrico Rossi, gli industriali chiedono «una mano a ripartire». «Le imprese del marmo sono in grado di attuare un modello di attività per il settore dell’estrazione e trasformazione dei materiali lapidei che consenta la ripresa delle lavorazioni seguendo tutte le procedure che tutelino dal rischio di contagio. Fermo restando il principio che al primo posto viene sempre la sicurezza e la salute di chi lavora e dei cittadini – conclude Erich Lucchetti – e quindi nel pieno rispetto delle regole dettate da Governo e Regione su indicazioni degli scienziati e nella totale e puntuale applicazione dei protocolli di sicurezza concordati fra aziende e sindacati, noi le chiediamo di valutare per le nostre imprese la possibilità di una riapertura anche non totale a partire dai giorni immediatamente seguenti le festività pasquali».