Storia del lavoro e memorie di guerra in Val di Bisenzio. Laboratori per adulti e bambini. Via agli incontri il 21 ottobre al Rifugio Pacini di Pian della Rasa
19 ottobre 2023 – La storia raccontata e ricostruita con i famosi mattoncini che, fra ricerca e gioco, stavolta diventano un potente strumento per condividere la storia con tutti. Un’idea che ha affascinato anche la Fondazione Cdse, tanto da costruirci su un progetto che si chiama appunto “Mattoncini di Resistenza”, il Novecento raccontato con la brick history, nato dalla volontà di lavorare in rete e in senso creativo sulla memoria della guerra e liberazione in un territorio profondamente segnato dal secondo conflitto mondiale, la Val di Bisenzio.
Stamani hanno presentato il progetto a Palazzo Buonamici, l’assessora regionale alla cultura della Memoria Alessandra Nardini, il presidente della Fondazione Cdse, Giulio Bellini, con la direttrice Alessia Cecconi e la storica Luisa Ciardi, Francesco Cutolo e Stefano Bartolini di Italian Brick History, le assessore alla Cultura dei Comuni della Val di Bisenzio Maria Lucarini (Vernio), Maila Grazzini (Cantagallo) e Fabiana Fioravanti (Vaiano). Hanno partecipato il presidente della Provincia Simone Calamai e la consigliera regionale Ilaria Bugetti.
Il progetto ha conquistato il primo posto fra associazioni e fondazioni del bando 2023 della Regione Toscana, dedicato appunto al finanziamento di progetti per la valorizzazione del patrimonio storico, politico e culturale dell’antifascismo e della Resistenza e la promozione di una cultura di libertà, democrazia, pace e collaborazione tra i popoli (ex legge regionale 38/2002).
La Fondazione Cdse lo ha realizzato in collaborazione con i Comuni della Val di Bisenzio, con la preziosa ed esperta consulenza degli storici dell’Italian Brick History e il coinvolgimento di numerose associazioni sul territorio.
La fase iniziale è consistita nella creazione di due kit lego history personalizzati da utilizzare per i laboratori “intergenerazionali” e con gli studenti degli istituti comprensivi. Il primo legato agli episodi di lotta partigiana e Resistenza sul territorio valbisentino: occupazione tedesca dopo l’8 settembre, accampamenti partigiani sui Faggi di Javello, Tosca Martini e le partigiane della Val Bisenzio che collocano una bandiera rossa per il I maggio 1944 a Cantagallo. Il secondo che racconta invece la memoria del lavoro: la storia del movimento operaio e la conseguente nascita dell’antifascismo e della Resistenza nelle fabbriche con riunioni clandestine, proteste sindacali, sciopero del marzo 1944. Si tratta naturalmente di kit specifici e personalizzati sulla storia della Resistenza e dell’antifascismo dell’Appennino pratese, che permettono di avere a disposizione un materiale didattico unico, utilizzabile in eventi pubblici, laboratori scolastici e seminari per gli insegnanti.
Adesso i kit saranno protagonisti di una serie di laboratori, introdotti da un racconto storico che presenta il tema. Si parte sabato 21 ottobre alle 15 al Rifugio Pacini di Pian della Rasa con ”La Seconda guerra mondiale nei boschi della Riserva” (merenda al rifugio e possibilità di pranzo prenotando al 339.8196922). Venerdì 10 novembre alle 17.15 secondo appuntamento al Mumat di Vernio con “Le fabbriche tessili nel Novecento”, laboratorio con visita agli antichi macchinari. Domenica 3 dicembre alle ore 15 ultimo appuntamento a Vaiano, alla sala polivalente Baldini (via Aldo Moro, 4). “Dall’8 settembre 1943 alla Liberazione in Val di Bisenzio” è il tema del laboratorio che si conclude con la merenda di ciambelline in collaborazione con Auser Vaiano. Tutti i laboratori sono gratuiti, sia per adulti che per bambini, ma con prenotazione obbligatoria su www.visitvalbisenzio.it/prenotazione-eventi.
Il progetto si inserisce sulla scia della crescente attenzione che i public historian e la comunità scientifica hanno da tempo rivolto al gioco storico, ritenuto uno strumento di divulgazione e promozione della conoscenza in forme partecipate e attive. Italian Brick Histor ha dimostrato che i mattoncini possono rivelarsi un potente strumento per trasmettere contenuti di pedagogia civile. Si stanno affermando come una nuova forma per rappresentare il passato, in quanto medium espressivo e comunicativo capace di raggiungere un pubblico intergenerazionale, e come attività di didattica ludica, che sfrutta le potenzialità e l’attrattività dei brick.
Francesco Cutolo e Stefano Bartolini sono fra i promotori del progetto Italian Brick History. Cutolo è assegnista di ricerca all’Università di Firenze e docente a quella di Pisa. La sua ricerca si concentra sulla storia sociale, culturale e militare del primo Novecento. Bartolini è coordinatore del gruppo di ricerca sulla Labour Public History dell’Associazione italiana di Public History (AIPH), si occupa di storia del lavoro e di storia orale.
“In una fase come quella che stiamo vivendo in cui assistiamo a pericolosi rigurgiti nazifascisti e a tentativi di negare o riscrivere la storia – ha dichiarato l’assessora regionale Alessandra Nardini – abbiamo il dovere di rafforzare il nostro impegno per salvaguardare e diffondere la Memoria, con particolare attenzione alle giovani generazioni. Quella di aver destinato complessivamente 225mila euro al finanziamento di ben 63 progetti che hanno questo scopo è una scelta politica chiara che abbiamo assunto con consapevolezza e orgoglio. Sono felice che si sia tradotta anche nel sostegno a questo bellissimo progetto di public brick history, un’occasione per coniugare cultura della Memoria, partecipazione, gioco, dialogo intergenerazionale, coinvolgendo ragazze e ragazzi delle scuole del territorio. Siamo orgogliosi di affondare le nostre radici nei valori dell’antifascismo e della Resistenza e, oggi più che mai, dobbiamo raccogliere il testimone della Memoria. Purtroppo infatti, per ragioni anagrafiche, ci hanno lasciato gran parte delle partigiane e dei partigiani che in questi anni hanno raccontato ciò che sono stati la lotta di Liberazione e l’orrore del fascismo e del nazismo, un contributo preziosissimo per tramandare la Memoria alle giovani generazioni. Accanto a questo, ecco che oggi rafforzare il nostro impegno è ancora più necessario e doveroso. Voglio fare i miei complimenti alla Fondazione CDSE, a partire dal presidente e della direttrice, alle amministrazioni comunali e alle associazioni coinvolte, agli storici che stanno animando questo progetto”.
“Siamo orgogliosi del risultato del progetto, primo su oltre 60 presentati – ha aggiunto il presidente della Fondazione Cdse Giulio Bellini – Ma soprattutto perché ci da modo di approfondire la relazione con la comunità un aspetto fondante per il CDSE”.
“Mattoncini di Resistenza è uno strumento per promuovere una memoria attiva, per condividere valori con una modalità nuova, che è quella del gioco – ha concluso la direttrice del CDSE Alessia Cecconi – I laboratori puntano all’interazione del gruppo che di fronte alla scatola dei brick, senza istruzioni, sviluppa il tema storico attraverso il dialogo e il confronto”.
Per informazioni: info@fondazionecdse.it – 0574.942476 (9-13)