In concomitanza con la data del 27 gennaio (giorno della Memoria) giorno in cui vennero abbattuti dall’Armata Rossa i cancelli del campo di Auschwitz ho pensato di descrivere per sommi capi il lavoro che circa venti anni fa mi vide coinvolto intorno ai temi della Shoah insieme a giovani studenti.
La Cultura salverà la nostra personale umanità, quella cui nella prima metà del secolo scorso attentarono uomini (e donne) obnubilate da miti nazionalistici che prefiguravano una superiorità di “razza” (termine purtroppo utilizzato nuovamente per costruire discriminazione e separatezza). Quel periodo fu contrassegnato da un abbassamento del livello di attenzione in un tempo di crisi economica, sociale e politica generalizzata prodotta allo stesso tempo da leadership nazionali che non vollero – o non ne furono capaci di – riconoscere che occorrevano interventi strutturali complessivi che tendenzialmente e progressivamente abbassassero il livello di odio che era susseguito alla prima Guerra mondiale.
Oggi – come accennato prima – sembra di rivivere quei tempi “non così lontani da noi”.
LA CULTURA CI SALVERA’? dobbiamo solo sperarlo? o dobbiamo provare con tutte le nostre residue forze?
Tra il 1997 ed il 1998, mentre ero consigliere comunale di Prato, con il “Laboratorio dell’Immagine Cinematografica” che era da me diretto, insieme alle cinque Circoscrizioni del Comune, realizzai un “Progetto” che riuscì a coinvolgere studenti di molte scuole superiori della città, a partire dall’ITC “Paolo Dagomari” nel quale insegnavo.
Giovani studenti del Liceo Classico “Cicognini”, del “Datini”, del “Copernico” furono da me coordinati nella realizzazione del videofilm “Appunti sull’umana follia del XX° secolo: la deportazione”.
A dare un particolare sostegno al Progetto ci fu il prof. Antonello Nave con il suo gruppo “Altroteatro”; insieme a lui collaborarono i professori Mauro Antinarella, Giuseppe Barbaro e Giorgio de Giorgi. Gli studenti che furono impegnati sono in ordine alfabetico Irene Biancalani, Lorenzo Branchetti, Alberto Carmagnini, Juri Casaccino, Cristina Isoldi, Simone Lorusso, Stefano Mascagni, Lisa Panella, Monica Pentassuglia, Annarita Perrone, Daniele Peruzzi, Linda Pirruccio, Giulia Risaliti e Luca Vannini. Alcuni di loro (Lisa Panella e Luca Vannini) produssero anche dei testi originali. Il gruppo del “Cicognini” si impegnò prioritariamente a mettere in scena una libera interpretazione de “Le Troiane” dal titolo “Non posso tacere gli orrori” di Antonello Nave che fa da preambolo al film; nel video c’è, ispirato alla rielaborazione del prof. Nave, un testo da me scritto con il quale il lavoro si chiude.
Nella realizzazione del videofilm ebbi la collaborazione, oltre che delle citate cinque Circoscrizioni, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Prato, del Teatro di Piazza e d’Occasione – TPO attraverso la figura di Marco Colangelo – e della Fondazione Teatro Metastasio ed in modo particolare Renzo Cecchini, Teresa Bettarini e Gabriele Bologna Mazzara.
Fu nostro consulente costante Mario Fineschi della Comunità ebraica toscana.
Le musiche furono vagliate e scelte in modo coordinato: da Bach, “Passione secondo Matteo” a “Canti e Musiche Tradizionali ebraiche” di Moni Ovadia, alla colonna sonora de “Il paziente inglese” di Gabriel Yared a “Songs From A Secret Garden” di R. Lovland.
Le riprese ed il montaggio furono realizzate da Pippo Sileci di Filmstudio 22.
Giuseppe Maddaluno