Stile è il titolo di una poesia di Charles Bukowski.
Lo stile è una risposta a tutto
un nuovo modo di
affrontare un giorno
noioso o pericoloso
fare una cosa noiosa con
stile è meglio che fare
una cosa pericolosa senza
stile.
Fare una cosa pericolosa
con stile è ciò che io
chiamo arte.
(…)
Lo stile è una differenza,
un modo di fare, un modo
di essere fatto.
Stile è anche mettere una ferita aperta al centro di una storia e uscirne con una narrazione compiuta.
È quello che fa Emiliano Gucci nei suoi ultimi lavori, L’umanità (Eliot 2010), Nel vento (Feltrinelli 2013) e in questo Voi due senza di me, dove la ferita è quella con cui si confrontano i due protagonisti, Michele e Marta, ed è la ferita più profonda che può capitare a una coppia.
Inevitabile che la loro relazione ne venga compromessa in modo irreversibile, allontanandoli l’uno dall’altra. Non smettono però di cercarsi, una prima volta dopo 10 anni e una seconda ancora dopo 10 anni.
Michele che ogni mattina si fa il segno della croce; Marta che si morde le pellicine vicino alle unghie. Entrambi in balia di due forze di segno opposto, una che li attrae e l’altra che li respinge, con uguale intensità e fatte inspiegabilmente dello stesso amore.
«Emerson aveva ragione – scrive lo scrittore americano Richard Ford – come in quasi tutto il resto: un’infinita lontananza è alla base di tutti noi. E cosa c’è di sbagliato? La lontananza ci unisce tanto quanto ci separa, ma in un modo che è veramente misterioso , eppure del tutto adeguato al corso della vita».
È fatto di lontananze il rapporto tra Michele e Marta ed è da una lontananza misteriosa che ci arriva la voce narrante di questo bel romanzo.
Voi due senza di me di Emiliano Gucci, Feltrinelli 2017.