Madri, figlie, sorelle, mogli. Donne, insomma. Donne che condividono la stessa condizione, quella di vittime, comune e ricorrente in tempi, narrazioni, linguaggi differenti. Il dramma è quello di sempre, diremmo in modo del tutto banale, e ritrae donne coraggiose. Si chiama Troiane. Frammenti di tragedia. Andrà in scena da giovedì 28 a domenica 31 marzo al Teatro Metastasio (feriali 20,45, sabato 19,30 e domenica 16,30) ed è un’originale rivisitazione della tragedia di Euripide con suggestioni da altri autori classici e contemporanei.
La storia è quella dell’atto finale della guerra di Troia: la città è distrutta, depredata di tutti i tesori e data alle fiamme, gli uomini e i bambini uccisi, le donne prigioniere in un campo, dove attendono di conoscere il proprio destino di schiave.
Partendo dalla tragedia di Euripide, con innesti da altri autori classici e contemporanei – Omero, Seneca, Ovidio, Sartre, Licofrone – sulla scena Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti e Corinna Lo Castro vestono i panni di Ecuba, Cassandra, Andromaca e Elena per raccontare quello che resta dopo i dieci anni della guerra di Troia e dare forma alla perdita che ha scavato un vuoto nella loro anima, lasciandole sole al mondo.
La drammaturgia dello spettacolo è centrata esclusivamente sulla presenza in scena di queste quattro grandi figure, al contempo concrete e mitiche, fotografate nelle loro relazioni private eppure in dialogo continuo con il portato mitico che i tragici greci ci hanno consegnato.
Sono pure Ecuba la grande Madre, Cassandra la veggente presa per pazza, Elena l’eterno femminino e causa della guerra, Andromaca la moglie devota di Ettore e madre di Astianatte, agnello sacrificato all’arroganza e alla crudeltà dei vincitori.
Sulla scena appaiono confuse e impaurite di fronte alle fiamme della loro città, attendono di essere sorteggiate e spartite, come un bottino di guerra dei vincitori, la loro mente delira, il cuore si strazia.
È la storia di chi ha perduto tutto e non c’è nessuna pietà per chi resta in vita: c’è chi pensa, come Andromaca, che è «meglio morire che vivere nel dolore», c’è anche chi afferma, come Ecuba, che «vivere e morire non sono la stessa cosa; da una parte c’è ancora la speranza, dall’altra non c’è più niente».
«A volte il linguaggio e la forma delle tragedie antiche ci appaiono lontani, e non sempre immediatamente comprensibili – spiegano le quattro interpreti e registe –. Sono mutati i riferimenti culturali, è mutata la struttura psichica degli individui. Ma possiamo anche dire che nulla è cambiato. Fa paura la perfetta sovrapponibilità di Troiane con le guerre che continuano ad avvenire oggi».
Così Ecuba, Andromaca, Cassandra ed Elena si trasformano in figure simboliche, per rappresentare tutte le madri, figlie, sorelle, mogli, vittime della violenza e della guerra, capaci, nonostante tutto, di esprimere un universo femminile fatto di coraggio e di riaffermazione della vita.
Per la replica di domenica 31 marzo è possibile usufruire del servizio babysitting per bambini di età compresa tra i 4 e i 10 anni, offerto gratuitamente alle famiglie con biglietto o abbonamento per lo spettacolo. La prenotazione anticipata è obbligatoria entro martedì 26 marzo: cometa@metastasio.it o 0574/27683 (dal lunedì al venerdì in orario 9,30/13).