Il presidente della Regione: “Credo nel modello e penso che in prospettiva la collocazione in Borsa diventi fondamentale, interessante l’ipotesi di azionariato popolare”. Marco Stella: “Errore l’ingerenza del Partito democratico su politica industriale. Non c’è modello alternativo alla quotazione in Borsa”
Firenze – Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha risposto in Aula a un’interrogazione presentata da Marco Stella (Forza Italia) sulla governance della Multiutility in Toscana, con la quale si chiedeva a lui e all’assessore competente “se erano a conoscenza dell’intervento del Partito democratico della Toscana in merito alla quotazione in Borsa della Multiutility; se ritengono equo e normale che un partito politico intervenga sulla quotazione in Borsa” e cosa pensino della collocazione in Borsa della Holding dei servizi.
“Intervengo volentieri nel dibattito sulla Multiutility, anche se in realtà non c’è la competenza della Regione Toscana, ma mi interessa l’aspetto territoriale – ha risposto Giani –. Dalla vecchia gestione comunale siamo passati sempre più ad una economia di scala: si riducono i costi, si offre meglio il servizio e si avvantaggia il cittadino. Questo ha differenziato i vari livelli: l’acqua ha un’autorità unica di ambito a livello regionale e sei società di gestione; il gas ha un livello sovra-provinciale: l’asse dell’Arno da Firenze a Pisa è tutto Toscana Energia; così anche i rifiuti, che hanno una gestione sovra-provinciale con tre Ato. C’è quindi un disallineamento assoluto – ha proseguito il presidente – che rende difficile l’attività di indirizzo dei Comuni e della Regione, mentre altre Regioni hanno costituito la loro Multiutility e questo consente ai cittadini un grande vantaggio. Penso a Iren, che dall’Emilia Romagna e da Torino è arrivata a gestire alcuni servizi nel sud della Toscana, penso a Hera, che dall’Emilia Romagna arriva in Toscana. Quindi abbiamo la Toscana da un lato colonizzata e dall’altro con utili che vanno altrove. Acea prende il 40 per cento dei 30milioni di utili di Publiacqua e magari quegli utili vanno a tappare le buche di Roma”. Il presidente, “come indirizzo generale” si è detto “dell’idea che i Comuni possano costruire progressivamente una Multiutility, con i tempi necessari. Ho molto rispetto delle esigenze dei territori, ci vorrà tempo, ma io ci credo. La Regione non ha competenza diretta, se non vogliamo intervenire a livello legislativo e forse si renderà anche necessario a un certo punto. Sono a conoscenza della posizione del Partito democratico sulla collocazione in borsa, la rispetto, ma sono convinto che magari non nel momento contingente, magari è meglio fare prima la Multiutility, e se non sarà la quotazione in borsa comunque ci si dovrà porre il problema di una modalità per accrescere le risorse. In prospettiva, la collocazione in borsa diventa a mio parere fondamentale, ma probabilmente non è il momento. E mi è piaciuta molto la posizione del sindaco di Scandicci, Fallani, che parla di azionariato diffuso: può essere un passaggio interessante”. Quanto all’opportunità dell’intervento di un partito, Giani ha risposto che “mi meraviglierei se su questioni di questo genere un partito quale il Partito democratico non intervenisse. L’articolo 49 della Costituzione assegna ai Partiti ruolo di indirizzo. Mi fa piacere vedere che il dibattito è trasversale, sia il consenso che l’opposizione. Penso che sia interesse generale dibattito, nell’interesse della Toscana”.
“Al presidente Giani do una notizia: la Multiutility è già nata”, è stata la replica in Aula del consigliere Stella. “Per un partito abituato a telefonate che bloccano lo sviluppo – ha proseguito –, una telefonata di un segretario regionale che blocca un piano industriale potrebbe essere normale. Credo sia un errore l’ingerenza di un segretario regionale, è un’ingerenza di carattere politico-industriale. Perché non chiedete ai Consigli comunali come la pensano? La Multiutility nasce con l’indirizzo chiaro e preciso del reperimento delle risorse e i modelli di Multiutility che il presidente ha citato sono tutti di centrosinistra. Personalmente, ero inizialmente critico, ma non c’è un altro modello possibile, non lo è l’azionariato popolare. La nostra preoccupazione – ha concluso Marco Stella – è che la politica entri in schemi di politica industriale. Ne va della politica industriale della Regione, che ha appena varato il Piano per gli impianti di smaltimento dei rifiuti. Occorre maggiore chiarezza, serve un dibattito d’indirizzo”.