silvia noferi

Multiutility, mozione e consigli comunali straordinari per il ritiro delle delibere

Silvia Noferi (M5S): Tutto il Movimento 5 Stelle della Toscana aderisce all’iniziativa per chiedere il ritiro delle delibere sulla Multiutility


Gli argomenti presentati dai consulenti del Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua ci sono sembrati convincenti e pertinenti, per questo tutti i nostri consiglieri dei comuni interessati all’operazione di fusione per incorporazione delle società Consiag, Acqua Toscana e Publiservizi in Alia, hanno protocollato la stessa mozione che chiede il ritiro in autotutela delle rispettive delibere e chiederanno la convocazione di Consigli Comunali straordinari per la discussione pubblica delle criticità emerse.

Oltre alle argomentazioni già presentate nelle precedenti sedute di Consiglio, quali le perplessità sulla mancanza della procedura di controllo chiamata Due Diligence, l’arbitrarietà di come è stato determinato il valore di concambio stabilito su previsioni pluriennali anziché sulle reali consistenze finanziarie e patrimoniali, la vera novità è stata la scoperta della sentenza n.01175/2015 del Tar Toscana che ha dato ragione a Consiag nella diatriba con il Comune di Barberino che voleva dismettere le sue quote di partecipazione.

Il TAR ha ricordato nel 2015 che “le reti idriche – al pari degli altri beni demaniali – sono inalienabili e non possono formare oggetto di diritti da parte dei terzi, se non nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi che li riguardano” (art. 823 c.c.)”. 

Allo stesso modo oggi la fusione per incorporazione di Consiag in Multiutility comporterebbe una cessione di beni demaniali, dato che la fusione per incorporazione nella sentenza della Suprema Corte di Cassazione del 13 luglio 2021 afferma il principio che le operazioni di fusione per incorporazione comportano la piena successione, quindi il trasferimento all’incorporante, dell’intero patrimonio della società incorporata.

Le norme sulla inalienabilità dei beni demaniali sono norme imperative, la cui violazione è di estrema gravità, tale da rendere nulla tutta l’operazione di fusione. 

La conferma dell’operazione potrebbe inoltre, essere causa di ingenti risarcimenti e responsabilità, da parte di coloro che hanno sostenuto il progetto o non vi si sono opposti, considerando anche che il fine ultimo della procedura prevede l’apertura al mercato azionario, quindi privato.

Rilevanti dubbi sulla legittimità dell’operazione sorgono anche per la completa esclusione dalle valutazioni e dall’architettura dell’operazione dell’Autorità Idrica Toscana che la legge regionale n.69 del 2011 stabiliva essere l’organismo preposto alla gestione e alla concessione delle proroghe delle concessioni.

Questi quindi i rilievi tecnici della contrarietà al progetto Multiutility che si affiancano al motivo più propriamente politico che ci vede da sempre fortemente contrari: per il Movimento 5 Stelle della Toscana l’efficienza e l’economicità della gestione dei servizi fondamentali per la collettività deve essere al primo posto negli obiettivi, cosa che sicuramente non potrebbe più essere per una società per azioni il cui scopo sociale è  presentare utili per gli azionisti.

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