Il 7 giugno 1855 muore Alessandro La Marmora, generale del Regno di Sardegna, tra i protagonisti del Risorgimento, vero e proprio padre dei bersaglieri. La Marmora nel concepire la divisa dei bersaglieri volle il cappello con il piumetto, affinché rappresentasse plasticamente ardore ed impeto, prontezza nello slancio e resistenza nella corsa.
Terzo dei figli maschi, nacque dal marchese Celestino Ferrero della Marmora e dalla contessa Raffaella Argentero di Bersezio, che insieme ebbero sedici figli. Ebbe altri tre fratelli generali durante il Risorgimento: i senatori Carlo Emanuele, Alberto e il Presidente del Consiglio del Regno di Sardegna e poi del Regno d’Italia Alfonso, colui che represse nel sangue i moti di Genova del 1849, culminati nel sacco con violenze sulla popolazione civile ad opera delle truppe sabaude, in massima parte proprio bersaglieri, che comandava.
Attento negli studi e portato per le discipline scientifiche (studiò un nuovo tipo di fucile a retrocarica), dopo aver ricevuto promozioni militari e onorificenze da parte del re Carlo Felice di Savoia, studiò a lungo nelle valli del Biellese alla ricerca di nuovi metodi di difesa dei confini.
Nel 1831, Alessandro La Marmora formulò una prima Proposizione per la formazione di truppe leggere sotto la denominazione di Bersaglieri. Il progetto avrebbe visto la luce però solo cinque anni dopo: nel 1835, infatti, il capitano La Marmora presentò al re Carlo Alberto di Savoia la sua proposta per la formazione di una compagnia di Bersaglieri e modello di un fucile, insieme al luogotenente Giuseppe Vayra, che vestì per primo la divisa del nuovo corpo e verrà ricordato come il primo bersagliere. Per il suo ruolo nella creazione dello storico corpo militare, La Marmora viene ricordato come un grande riformatore dell’esercito sabaudo, al quale i bersaglieri stessi daranno un enorme apporto sia nella prima che nella seconda e nella terza guerra d’indipendenza.
Nonostante il fisico debilitato, il 22 marzo 1855, incoraggiato dal fratello Alfonso, Alessandro La Marmora assunse il comando della seconda divisione del corpo di Crimea. Come molti bersaglieri contrasse lì il colera e morì a 56 anni, nel 1855. I suoi resti rimasero in Crimea a lungo, per essere traslati nel 1911 nella cripta di famiglia nella basilica di San Sebastiano a Biella.