Il 10 novembre 1938 muore Mustafa Kemal Atatürk, padre fondatore della Turchia e della sua Repubblica.
Mustafa Kemal nasce all’inizio del 1881 nella Salonicco ottomana (Selanik, oggi Grecia). Il padre, Ali Rıza Efendi (nato nel 1839), era un ufficiale dell’esercito e commerciante di legname; la madre, Zübeyde Hanım, si occupava della casa e della famiglia. Nei suoi primi anni, Atatürk fu incoraggiato dalla madre a frequentare una scuola religiosa, cosa che ha fatto con riluttanza e solo brevemente. Successivamente, ha frequentato la Şemsi Efendi (una scuola privata con un curriculum più laico) sotto la direzione di suo padre. I suoi genitori volevano che imparasse un mestiere, ma senza consultarli Atatürk sostenne l’esame di ammissione alla scuola militare di Salonicco (Selanik Askeri Rüştiyesi) nel 1893. Nel 1896 si iscrisse alla scuola superiore militare di Monastir (nella moderna Bitola, Macedonia del Nord ). Il 14 marzo 1899, si iscrisse all’Accademia militare ottomana nel quartiere di Pangaltı nel distretto di Şişli della capitale ottomana Costantinopoli (moderna Istanbul) e si laureò nel 1902. Successivamente si laureò presso il Collegio militare ottomano a Costantinopoli l’11 gennaio 1905.
Divenuto poco dopo ufficiale dell’esercito, aderì nel 1908 al movimento dei “Giovani Turchi”, in cui fu un quadro di media rilevanza prima della Grande Guerra. Nel 1912 prese parte alla guerra italo-turca, combattendo e venendo ferito in Tripolitania.
Fu un brillante generale durante il primo conflitto mondiale; assieme al generale tedesco Liman von Sanders (la Germania era alleata dell’Impero ottomano), ottenne nel 1915 una schiacciante vittoria contro le forze da sbarco alleate durante la battaglia di Gallipoli, nella quale Kemal si distinse particolarmente.
Con la sconfitta, e l’armistizio siglato il 30 ottobre 1918 che prevedeva lo smembramento dell’Impero ottomano, gli alleati occuparono Costantinopoli, la Tracia orientale e l’Anatolia occidentale. Nel maggio 1919 20.000 soldati greci sbarcano a Smirne, senza che l’esercito turco potesse intervenire.
Atatürk si fece allora promotore del nazionalismo turco costituendo nel 1919 il Movimento Nazionale Turco di cui fu leader: divenne Primo ministro della Turchia dal maggio 1920 al gennaio 1921 e, dall’aprile 1920, presidente della Grande Assemblea Nazionale Turca di Ankara, fino al 1923. Comandante in capo dell’esercito turco, sconfiggendo i greci (1919-22) e l’esercito del Califfo, ristabilì l’unità e l’indipendenza della Turchia.
Quindi depose il sultano Maometto VI (1922), divenne Leader del Partito Popolare Repubblicano, fondò la Repubblica turca, e fu il primo presidente della Turchia dal 29 ottobre 1923.
Diede vita a una serie di riforme fondamentali dell’ordinamento della nazione, sulla base di un’ideologia di chiaro stampo occidentalista, nazionalista e avversa al clero musulmano, che da lui prese il nome di kemalismo. Abolì il califfato e pose le organizzazioni religiose sotto il controllo statale, laicizzò lo Stato, riconobbe la parità dei sessi, istituì il suffragio universale, la domenica come giorno festivo, proibì l’uso del velo islamico alle donne nei locali pubblici (legge abolita solo negli anni 2000, dal governo dell’AKP), adottò l’alfabeto latino, il calendario gregoriano, il sistema metrico decimale e proibì l’uso del fez e del turbante, troppo legati al passato regime, così come la barba per i funzionari pubblici e i baffi alla turca per i militari. Egli stesso prese a vestire in abiti occidentali, ma mantenne temporaneamente l’Islam come religione di Stato, per non turbare eccessivamente i turchi più religiosi.
In ambito giuridico, abrogò ogni norma e pena che poteva ricollegarsi alla legge islamica, promulgò un nuovo codice civile, che aveva come modello il codice civile svizzero, e un codice penale basato sul codice italiano dell’epoca, ma mantenne la pena di morte.
Al fine di garantire la stabilità e la sicurezza dello Stato, istituì tuttavia un sistema autoritario, fondato sul partito unico, che sarebbe rimasto in vigore fino a dopo la sua morte. Inoltre, secondo la costituzione kemalista, a guardia della laicità dello Stato contro i possibili tentativi dei movimenti islamici, venne posto lo stesso esercito turco a custode della costituzione, autorizzato anche a colpi di stato per difendere la secolarizzazione. Nonostante la Turchia fosse rimasta intrinsecamente conservatrice, soprattutto a livello popolare, le riforme di Mustafa Kemal la avvicinarono sensibilmente all’Europa. Si registrarono però fenomeni di repressione delle opposizioni e pesanti violenze contro i curdi.
Atatürk morì di cirrosi epatica nel 1938 nel Palazzo Dolmabahçe, situato sulla riva del Bosforo, nel quartiere Beşiktaş di Istanbul e le sue spoglie riposano nell’Anıtkabir, mausoleo appositamente costruito per lui ad Ankara, capitale dello Stato repubblicano che egli contribuì in modo decisivo a creare.
Immagine d’apertura: L’Anıtkabir, il mausoleo di Atatürk ad Ankara, visitato da grandi folle ogni anno durante le feste nazionali come la Festa della Repubblica il 29 ottobre.
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