Nasce la CGdl, la prima organizzazione sindacale italiana

Tra il 29 settembre e il primo ottobre 1906 a Milano viene fondata la Confederazione Generale del Lavoro (CGdL), la prima organizzazione sindacale italiana.

In Italia agli inizi del 900′, il movimento sindacale cominciò a darsi una dimensione nazionale, dovuto all’ampio sviluppo dei Sindacati di Categoria e delle Camere del Lavoro. Divenne quindi sempre più impellente la necessità di coordinare le varie realtà del movimento sindacale, a questo scopo al Congresso Sindacale di Milano del 1902 fu istituito il Consiglio Nazionale della Resistenza.

Rinaldo Rigola, primo segretario della Cgdl

La Confederazione Generale del Lavoro fu istituita nel contesto del primo Congresso di Milano del 29 settembre – primo ottobre 1906, per iniziativa delle Camere del Lavoro, dalle Leghe di resistenza e federazioni sindacali e da 700 sindacati locali per un totale di 250.000 iscritti. La gran parte dei suoi dirigenti e degli iscritti furono anche attivi nel Partito Socialista Italiano (furono socialisti sia il fondatore Rinaldo Rigola, un riformista che fu primo segretario della CGdL, sia i suoi successori Ludovico D’Aragona e Bruno Buozzi). Come segretario generale fu scelto come accennato sopra il socialista riformista Rinaldo Rigola, che già in precedenza si era contraddistinto per aver cercato di trovare la sintesi politica tra le spinte radicali dei rivoluzionari, che guidavano gran parte delle Camere del Lavoro, e le posizioni moderate dei riformisti. Tuttavia durante i primi anni all’interno della confederazione si svilupparono dei contrasti fra i sindacati nazionali di categoria, che si ispiravano al sindacalismo riformista e le Camere del Lavoro dove prevaleva la corrente del sindacalismo rivoluzionario; questi ultimi, nel novembre 1912, guidati da Alceste De Ambris e Filippo Corridoni, crearono l’Unione Sindacale Italiana (USI). Il Segretario Generale della Confederazione Generale del Lavoro Rigola rimase in carica fino al 1918.

In seguito all’ascesa del fascismo e alle leggi “fascistissime” e liberticide del 1925 con cui il regime criminalizzò ogni opposizione al fascismo, rese illegale il diritto di sciopero e dichiarò il sindacato fascista come l’unico legale in Italia, il vecchio gruppo dirigente della CGdL, tra cui Ludovico D’Aragona, che era stato Segretario generale dal 1918 al 1925, e Rinaldo Rigola decise l’auto-scioglimento dell’organizzazione. La loro decisione fu fermamente osteggiata dai comunisti e dai socialisti di sinistra, Bruno Buozzi, Segretario generale dal 1925, ricostituì la CGdL nel febbraio 1927 a Parigi, nello stesso mese a Milano, i comunisti diedero vita clandestinamente, alla loro Confederazione Generale del Lavoro. Pertanto fino alla caduta della dittatura fascista, convissero due Confederazioni Generali del Lavoro: una di ispirazione riformista e l’altra comunista. I rapporti tra le due Confederazioni tuttavia rimasero tesi fino al 1933 infatti, con l’ascesa al potere di Hitler, le diverse componenti della sinistra riuscirono a trovare un terreno comune di iniziativa, e il 15 marzo 1936 Buozzi e Di Vittorio si incontrarono a Parigi per firmare la “‘piattaforma d’azione della CGL unica

I vertici della CGIL unitaria Oreste Lizzadri (PSI), Achille Grandi (DC) e Giuseppe Di Vittorio (PCI) nel 1945.

Durante la seconda guerra mondiale, nel marzo-aprile 1943, prima della caduta di Mussolini, al nord vi erano stati degli scioperi contro il regime. Dopo l’arresto di Mussolini, il nuovo Governo Badoglio commissariò le vecchie strutture sindacali fasciste: così Bruno Buozzi divenne il nuovo Commissario dei sindacati dell’Industria, Achille Grandi dei sindacati dell’Agricoltura mentre a Giuseppe Di Vittorio era stata affidata l’organizzazione dei braccianti. Un anno dopo, i principali esponenti del sindacalismo italiano avevano proseguito il lavoro di dialogo unitario, che culminò il 3 giugno 1944, nella firma del Patto di Roma che fu siglato da Giuseppe Di Vittorio per i comunisti, Achille Grandi per i democristiani ed Emilio Canevari per i socialisti, che sostituì Bruno Buozzi che era stato ucciso dai nazisti. Nacque così la CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro), dal compromesso tra le tre principali forze politiche italiane, che si connota come filiazione diretta dei partiti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN).

Immagine d’apertura: logo della CGdl

Bibliografia e fonti varie

  • Storia dei sindacati confederali a cura dell’ISS (PDF), su uil.it.
  • Antonio Alosco, Alle origini del sindacalismo, La ricostruzione della CGL nell’Italia liberata (1943-1944), Prefazione di Giorgio Benvenuto, SugarCo Edizioni, Milano, 1979.
  • Arturo Peregalli, L’altra Resistenza. Il PCI e le opposizioni di sinistra in Italia 1943-1945, Graphos, Genova, 1991.
  • Pietro Bianconi, 1943: la Cgl sconosciuta: la lotta degli esponenti politici per la gestione dei sindacati operai 1943-1946, Sapere, 1973.
  • Claudio Carotti, Riformisti e sindacato. Critica sociale e il sindacato dal patto di Roma alla nascita della UIL, M & B Publishing, 2005.
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