La natalità globale, dice un nuovo studio, sta crollando o sta per crollare a livelli straordinari, portando nuove stime sulla crescita demografica a prevedere un dimezzamento della popolazione in molti paesi entro la fine del secolo.
Secondo un nuovo studio della Washington University, riassunto online dalla BBC e pubblicato sul Lancet Journal, un crollo enorme nella natalità è in corso in quasi ogni paese del globo, causato principalmente, secondo lo studio, dal sempre maggior numero di donne nell’istruzione e nel mondo del lavoro, alla sempre maggior diffusione di metodi contraccettivi. Quando il tasso di natalità va sotto i circa 2,1 figli per donna, il numero di abitanti generale inizia a calare, ed è, secondo lo studio, ciò che ci aspetta.
In almeno 23 paesi infatti, tra cui Italia, Spagna, Cina e Giappone, si prevede un dimezzamento della popolazione entro il 2100. Globalmente, la popolazione secondo le nuove stime dovrebbe raggiungere un picco di 9,7 miliardi intorno al 2064, per poi diminuire fino a 8,8 miliardi entro la fine del secolo. In Italia, si stima un crollo dagli oltre 61 milioni attuali a 28 milioni di abitanti nel 2100, mentre la Cina, raggiunto nei prossimi 4 anni un picco di 1,4 miliardi, vedrà per la fine del secolo la popolazione ridotta a 732 milioni di abitanti.
Questo crollo demografico sarà parallelo a un notevole invecchiamento generale della popolazione. Secondo le stime dello studio infatti, entro il 2100 il numero di persone sotto i 5 anni passerà dai 681 milioni del 2017 a 401 milioni, mentre il numero di persone sopra gli 80 anni crescerà dai 141 milioni a 866 milioni.
Eccezione a questo quadro è l’Africa, regione del globo che vedrà triplicare la sua popolazione entro la fine del secolo, con un suo paese, la Nigeria, il quale secondo le stime dello studio diventerà il secondo paese più popoloso al mondo con 791 milioni di abitanti.
Secondo uno degli autori dello studio, il Professor Christopher Murray, un ricercatore della London University, il crollo demografico a dispetto delle apparenze non sarà necessariamente un bene per l’ambiente, a causa della “invertita struttura dell’età(più anziani che giovani) e tutte le conseguenze uniformemente negative di una struttura dell’età invertita“.
I paesi, secondo il prof. Murray, arriveranno a cercare sempre più modi per attrarre migranti così da compensare il declino e l’invecchiamento della popolazione “Passeremo da un periodo in cui aprire i confini o meno è una scelta. a un periodo in cui i paesi faranno competizione per attrarre immigrati, in quanto non ve ne saranno abbastanza“.
Secondo il prof. Stein Emil Vollset della Washington University “Rispondere al declino della popolazione diverrà probabilmente la preoccupazione principale in molte nazione, ma non deve compromettere gli sforzi per avanzare la salute riproduttiva femminile o il progresso sui diritti delle donne“.
Leonardo Panerati