Sembrano meduse, non sono pericolose per l’uomo ma danneggiano l’ambiente marino. Sono le noci di mare – mnemiopsis leidyi – misurano alcuni centimetri e appaiono come bolle gelatinose. Non hanno cellule urticanti, il che mette al riparo i bagnanti, ma rappresentano una minaccia per il mare italiano. Sono state avvistate in Toscana, in particolare sulla costa livornese, in Friuli Venezia Giulia e nelle Marche. Su Tirreno e Adriatico sono arrivate dalle sponde atlantiche d’America, con molte probabilità trasportate dalle petroliere che, attraversati Atlantico e Mediterraneo, fanno la spola tra America e Mar Nero. E proprio dal Mar Nero sono uscite per raggiungere il Mediterraneo e le nostre coste. Sono una minaccia perché si nutrono di uova e di larve di pesce.
A causa dei suoi effetti negativi, mnemiopsis leidyi è stata inserita nella lista delle 100 specie invasive più dannose al mondo. Lo scrivono a chiare lettere i responsabili di Arpa Friuli Venezia-Giulia che hanno negli ultimi anni messo a punto un progetto di monitoraggio e studio per controllare l’invasione delle noci di mare.
«La grande tolleranza di questa specie alla temperatura la rende capace di adattarsi alle condizioni del Mediterraneo», si legge tra l’altro sul sito del Sistema nazionale di protezione ambientale. E ancora, le noci di mare sono in grado «di modificare fortemente interi ecosistemi e ridurre drasticamente l’ittiofauna delle aree che riesce a colonizzare, creando danni non tanto di tipo igienico sanitario, ma ambientale».
Tre, come detto, le regioni che al momento devono tenere d’occhio questa specie: Friuli Venezia-Giulia, Marche e Toscana.