Il 9 luglio 1943 ha inizio l’operazione Husky: l’esercito alleato angloamericano sbarca in Sicilia, per il fascismo è l’inizio della fine.
Lo sbarco in Sicilia costituì una delle più grandi operazioni anfibie della seconda guerra mondiale, a cui presero parte due grandi unità alleate: la settima Armata statunitense al comando del generale George Smith Patton e l’ottava Armata britannica al comando del generale Bernard Law Montgomery, riunite nel 15º Gruppo d’armate sotto la responsabilità del generale britannico Harold Alexander. Le due armate sbarcarono nella zona sud-orientale della Sicilia con il compito di avanzare contemporaneamente all’interno dell’isola: l’Armata di Patton avrebbe dovuto avanzare verso Palermo e occupare la parte occidentale dell’isola, mentre l’Armata di Montgomery avrebbe dovuto marciare lungo la parte centro-orientale della Sicilia verso Messina, compiendo in linea teorica un’azione a tenaglia che avrebbe dovuto imprigionare le forze dell’Asse, raggruppate nella sesta Armata italiana comandata dal generale Alfredo Guzzoni.
L’operazione Husky aveva l’obbiettivo di aprire il fronte continentale in Europa, avviando l’invasione e infine arrivare alla sconfitta dell’Italia, la più debole dei tre membri dell’Asse(composto da Germania, Italia e Giappone). Dal punto di vista strategico la campagna ebbe un esito deludente per gli Alleati, che non riuscirono a impedire la ritirata delle truppe italo-tedesche del generale Hans-Valentin Hube (che ai primi di agosto subentrò a Guzzoni). Da un punto di vista politico, invece, l’invasione della Sicilia ebbe decisiva influenza in Italia: favorì la destituzione di Benito Mussolini, la caduta del fascismo e il successivo armistizio di Cassibile, con cui le forze armate italiane cessarono le ostilità contro gli anglo-statunitensi.
Gli Alleati riuscirono ad assemblare per l’invasione una imponente flotta combinata sotto il comando dell’ammiraglio Cunningham, costituita da 2590 navi da trasporto di tutti i tipi (1614 britanniche, 945 statunitensi, dieci olandesi, nove polacche, sette greche, quattro norvegesi e una belga), 1800 mezzi da sbarco circa e 280 navi da guerra che avrebbero trasportato, rifornito e protetto le due armate alleate. Il corpo di spedizione comprendeva invece 160.000 uomini, 600 carri armati e 4900 velivoli.