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ORSI TRENTINO, ON. BRAMBILLA AL “TAVOLO TECNICO” DEL MINISTERO: “NO ABBATTIMENTI E TRASFERIMENTI, RESTITUIRE LA GESTIONE AGLI ESPERTI”

“Abbattimento e trasferimento di massa degli orsi non sono soluzioni. È un bene che il ministero dell’Ambiente intervenga a gamba tesa. La gestione dei plantigradi dev’essere sottratta alla politica locale e riconsegnata agli esperti con la regia del ministero, che deve dare linee di indirizzo precise, e con un ruolo più incisivo dell’Ispra”. Lo ha chiesto l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, audita questa mattina al ministero dell’Ambiente nell’ambito del “tavolo tecnico” sugli orsi del Trentino, aperto dal ministro Gilberto Pichetto Fratin e presieduto dal sottosegretario Claudio Barbaro.

“Pensare di abbattere o trasferire gli orsi in massa – spiega la parlamentare – sarebbe, oltre che assurdo e impraticabile, la completa negazione del percorso compiuto finora e del successo ottenuto da “Life Ursus” nell’operazione di ripopolamento. Semmai occorre creare le condizioni per la migliore convivenza tra uomo ed orso nel Trentino e la dispersione degli animali in tutto l’Arco alpino come da progetto originario. A questo scopo sono essenziali le creazione di corridoi faunistici (per i quali, durante la discussione della legge di bilancio, l’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente aveva chiesto, con un emendamento a mia prima firma, 12 milioni, purtroppo invano), l’identificazione e il monitoraggio degli orsi, sistemi adeguati di controllo delle nascite, rapida introduzione o potenziamento di mezzi dissuasivi e di prevenzione (come l’installazione di cassonetti anti-orso), informazione puntuale e aggiornata alla popolazione e ai turisti”.

L’on. Brambilla ha sottolineato l’esigenza di rafforzare il ruolo del ministero e dell’Ispra. “È vero – ricorda – che quella di Trento è una Provincia autonoma, ma in fin dei conti il responsabile di fronte alla Commissione europea e alla comunità internazionale è il governo italiano. Bene dunque che l’esecutivo entri a gamba tesa sulla gestione di questi animali. Più in generale – conclude la presidente di LEIDAA – deve cessare l’atteggiamento di “guerra alla fauna selvatica” per applicare in maniera corretta, con metodi non cruenti, il concetto-cardine di convivenza”.

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