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ORT: la Belle Epoque nel viaggio musicale dell’ORT guidato dalla bacchetta di Andrea Battistoni con il gigante della tastiera Vadym Kholodenko

Debutta domani, sabato 2 aprile al Teatro Sociale di Mantova, la nuova produzione tra Romanticismo e Novecento storico. In programma Casella, Rachmaninov, Martucci e Stravinskij. Al Verdi di Firenze mercoledì 6 aprile.

Un viaggio musicale nella Ville Lumière e la Belle Epoque: con l’ORT si celebra il Novecento e quella straordinaria stagione di progresso e prosperità che fu l’inizio del secolo con le sue nuove idee che si sono poi concretizzate in opere d’arte e composizioni.

Sul podio Andrea Battistoni, veronese che detiene il record di direttore più giovane scritturato alla Scala (era il 2012). Da allora una carriera in continua ascesa che si consolida, fra i più illustri teatri del mondo, approdando al ruolo di bacchetta principale della Filarmonica di Tokyo. Convinto che l’arte appartenga a tutti, e debba rivolgersi alle platee più ampie e trasversali, Battistoni ha spesso portato la musica in luoghi inconsueti: ha diretto l’Orchestra della Scala al Forum di Assago di Milano, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai in piazza Castello a Torino e ogni estate dirige concerti sulle montagne del veronese. La sua curiosità verso altri generi musicali lo ha spinto a numerose collaborazioni con artisti del panorama rock, pop, jazz e dance quali Brian May, Pat Metheny, Makoto Ozone, Jeff Mills, Whitfield Crane, Lee Richards e Tim McMillan. Nel suo libro Non è musica per vecchi, pubblicato con Rizzoli, ribadisce l’assoluta attualità della musica classica.
Proprio alla modernità della musica è dedicato questo concerto che ha in programma un brano del 1901, il Notturno di Giuseppe Martucci, pioniere partenopeo della rinascita sinfonica italiana in un’epoca in cui ancora da noi imperava il melodramma. Del 1910, e poi rivisto negli anni Quaranta, è L’uccello di fuoco, partitura per balletto ispirata a una fiaba russa con cui Igor Stravinskij si presentò alla ribalta parigina. Prima tappa di una rivoluzione musicale che nel giro di un paio di stagioni avrebbe portato il compositore di San Pietroburgo a elevarsi a padre dell’avanguardia.

Per la danza (e in omaggio alla figlioletta), nel 1940 fu pensato il Divertimento per Fulvia di Alfredo Casella, il compositore che nei primi decenni del Novecento spalancò le finestre della musica italiana su quanto di nuovo stava avvenendo in Europa.

La Rapsodia su un tema di Paganini richiede un pianista dalla dita d’acciaio e qui sarà l’ucraino Vadym Kholodenko, vincitore nove anni fa del prestigioso Concorso Van Cliburn. 

È una pagina celebre dal forte impatto che Sergej Rachmaninov scrisse per se stesso nel 1937, prendendo a modello il trascendentale virtuosismo violinistico dei Capricci paganiniani. Classe 1986, Kholodenko è uno dei pianisti musicalmente più dinamici e tecnicamente dotati della sua generazione. Considerato un autentico gigante della tastiera, ha affascinato pubblico e critica, tanto che la Fort Worth Symphony Orchestra lo ha eletto primo artista in partnership per un periodo di tre anni. Il suo ultimo disco solista per l’etichetta Harmonia Mundi, con opere di Scriabin, ha vinto il prestigioso Diapason d’Or.

Immagine d’apertura: l’Orchestra della Toscana nel 2021

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