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ORT. La nuova Stagione concertistica presentata oggi in conferenza stampa

Questa stagione è nata a cavallo del passaggio di consegne fra Daniele Rustoni,
diretore artstco dell’Orchestra della Toscana fno al 31 gennaio, e me, che gli sono
succeduto dopo aver collaborato con lui per quasi un anno come coordinatore della
direzione artstca stessa.
Potremmo dire quindi che per buona parte è frmata da lui, e per il resto da me. In
realtà è fruto di un lavoro condiviso fra noi, ma anche con altre fgure della nostra
strutura: in ogni senso una “Stagione dell’Orchestra della Toscana”.
Nella scelta degli interpret abbiamo proseguito con decisione una delle linee
portant delle ultme stagioni: l’atenzione alle nuove leve. Ritorni e prime presenze,
fra i diretori come fra i solist, coinvolgono per la maggior parte artst giovani o
giovanissimi, identfcat come certezze più ancora che come promesse.
Per quanto riguarda i diretori una novità importante è data da alcune presenze
ripetute. Tre di Diego Cereta, che inaugura il suo mandato di diretore principale
impegnandosi al massimo: insieme con altri concert a lui afdat al di fuori della
stagione avrà un rapporto regolare e costante con i musicist dell’orchestra,
contribuendo al suo consolidamento.
L’ORT infat vive una fase di trasformazione non meno prometente che delicata,
determinata dalle uscite di tant amici da anni present nelle nostre fle e
dall’ingresso dei vincitori dei molt concorsi che abbiamo svolto e intendiamo
svolgere Anche per questo abbiamo deciso di ridurre il numero dei diretori che si
alterneranno nella stagione: oltre a quelle di Cereta, le due presenze per ciascuno di
Andrea Batstoni, il diretore italiano più afermato internazionalmente fra quelli al
di soto dei quarant’anni, e di Erina Yashima, talento leteralmente esploso negli
ultmi mesi, ci daranno in pari misura contnuità e qualità.
Sempre al consolidamento dell’orchestra è fnalizzata la scelta dei programmi, che
accanto alle proposte diverse e alle novità alle quali non intendiamo certo rinunciare
esplorano numerosi capisaldi del repertorio. Molt programmi si mantengono entro
l’organico base dell’ORT, altri si allargano ad accogliere i musicist aggiunt
selezionat nelle nostre audizioni, uno – quello del concerto inaugurale – coinvolge
grandi numeri recuperando il rapporto storico con l’Orchestra Giovanile Italiana:
testmoniando ancora una volta quanto siamo interessat alle nuove generazioni e
alla loro formazione artstca e professionale, e quanto sentamo necessario
interagire con le altre realtà musicali atve intorno a noi.
Daniele Spini
Nel giorno del solstizio d’estate e della Festa della Musica
l’Orchestra della Toscana presenta la sua nuova stagione
Nel nuovo corso l’investimento è sui giovani
Superati i quarant’anni d’attività, l’ORT scala marcia e riparte da ventisei: l’età
del nuovo direttore principale Diego Ceretta a cui è affidato il compito di
rimodellare il profilo della nostra orchestra nelle prossime stagioni.
Quattordici gli appuntamenti in stagione con una ancor più marcata presenza
sul territorio. Prezzi che favoriscono gli abbonamenti e tutti gli studenti senza
distinzioni.
L’ORT sta cambiando pelle; lo fa per scelta e per ragioni anagrafiche. Da una parte il mondo è in
rapidissimo cambiamento e impone anche a istituzioni come la nostra di dare risposte adeguate ai
tempi sul piano del linguaggio, dei contenuti e dell’interazione con il pubblico. Dall’altra la
generazione di musicisti che è maturata tra i suoi leggii va man mano in pensione, e forze nuove
entrano. Saranno queste, pilotate da Diego Ceretta, a dover riconfigurare la fisionomia futura
dell’ORT in termini di qualità del suono, di varietà di colori, di sostanza timbrica ed espressiva, di
flessibilità di repertorio. Un’orchestra che ringiovanisce, dunque, e cerca uno scatto diverso. Ma non
vuole cancellare la storia da cui proviene (non si può scordare che nei suoi primi anni di attività
ebbe come direttore artistico Luciano Berio) e ha ben presente la missione regionale di
divulgazione e promozione della grande musica dal barocco all’oggi – a prezzi accessibili, in una
dimensione di confidenza quasi familiare tra musicisti e pubblico – che da sempre la caratterizza,
giustificandone l’esistenza.
Garante di questa continuità fra tradizione e nuovi orizzonti è il direttore artistico Daniele Spini
(insediatosi ufficialmente da pochi mesi, dopo un anno da coordinatore della programmazione) con
la sua vasta esperienza nel mondo della musica: dalla critica giornalistica alla divulgazione,
all’insegnamento, fino alla responsabilità, nell’ultimo quarto di secolo, dell’Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai, del Teatro di Udine, e dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.
Prima di entrare nel dettaglio della prossima stagione è utile soffermarsi sui risultati di quella
appena conclusa. Possiamo dire con soddisfazione di aver raggiunto e superato a Firenze i dati totali
pre-Covid con oltre 14.000 spettatori (+67% rispetto alla 21/22, +2,5% rispetto alla 18/19) con
una media a concerto di 939 persone (1.037 considerando anche il concerto di Capodanno). Ai due
spettacoli per le famiglie del sabato pomeriggio hanno partecipato 2.985 spettatori (100% della
capienza della sala) e anche i “Concerti aperitivo” al Relais Santa Croce hanno realizzato il tutto
esaurito. In regione, in modo differenziato sulle diverse località che ospitano i concerti dell’ORT
abbiamo riscontrato un buon recupero delle presenze che deve essere maggiormente incentivato
attraverso iniziative allo studio con le società di concerti e le amministrazioni ospitanti a partire
dalla prossima stagione. In positivo c’è da segnalare il ritorno, dopo un’assenza di anni, al Teatro
degli Animosi di Carrara, salutato sempre da un caloroso successo di pubblico.
La nuova Stagione si presenta sotto i migliori auspici: sono 53 concerti in totale di cui 14 a Firenze
(26%), 30 in Toscana (57%) e 9 in Italia (17%). Nella nostra regione saremo presenti in tutte le
province eccetto Prato, mentre andremo per la prima volta, fuori Toscana a La Spezia, Sarzana,
Imola e Piacenza.
Sul piano artistico la tradizione, nei quattordici concerti del Cartellone 2023/24, è rappresentata
dalla proposta di pietre angolari della storia della musica: pilastri del repertorio come il Concerto
per pianoforte K.466 e la Sinfonia Jupiter di Mozart, il Concerto per violino, l’Imperatore e tre
sinfonie di Beethoven (Seconda, Eroica e Ottava), il Concerto per violino di Mendelssohn, il
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Concerto in si minore per violoncello e due sinfonie di Dvořák (l’Ottava e la Nona, Dal Nuovo
Mondo), il Concerto op.23 per pianoforte, le Variazioni su un tema rococò e la Sinfonia Patetica di
Čajkovskij, la Quarta sinfonia e i Lieder di Mahler.
I nuovi orizzonti si scorgono nella scelta di interpreti dall0 sguardo fresco, in virtù dell’età, e con
carriere già molto ben avviate. C’è il violoncellista Ettore Pagano, 20 anni, che nel 2019 ha
ottenuto il primo premio al Concorso per giovani musicisti indetto dalla Filarmonica della Scala. C’è
Erica Piccotti, 24 anni, pure lei violoncellista, insignita dell’onorificenza di “Alfiere della Repubblica”
da Giorgio Napolitano. C’è Emmanuel Tjeknavorian, austriaco di origini persiano-armene che, a
nemmeno trent’anni, è già alla sua seconda vita musicale: dopo aver ottenuto tutto quel che poteva
imbracciando il suo Stradivari, adesso si è buttato anima e corpo nella direzione d’orchestra. E c’è la
sua coetanea Valerie Eickhoff, mezzosoprano affermatosi nel 2021 nel prestigioso Concorso ARD
di Monaco di Baviera. E c’è il violinista belga Marc Bouchkov, 32 anni, origini russo-ucraine, che
già nel 2018 la rivista inglese “Gramophon” inseriva tra i musicisti che vanno tenuti sott’occhio; e in
effetti da allora ha suonato con le maggiori orchestre europee.
Ma soprattutto c’è Diego Ceretta. Con lui, per i prossimi anni, l’ORT punta ancora su un talento
italiano dopo le tante stagioni di fruttuosa collaborazione con Daniele Rustioni (che continua a
essere vicino all’orchestra nel ruolo di direttore emerito). Che la scelta del Maestro milanese sia la
migliore, lo dimostra la qualità dei diversi concerti già tenuti con l’ORT, come pure il Macbeth
verdiano allestito nei teatri marchigiani, regia del leggendario Pier Luigi Pizzi, nonagenario, e il
clamoroso debutto sul podio del Maggio Musicale Fiorentino qualche settimana fa; e poi i contratti
che cominciano a rincorrerlo da qui ai prossimi mesi per i festival di Martina Franca, di Pesaro, di
Wexford, per il Comunale di Bologna e la Toscanini a Parma.
Nella stagione 2023/24, Ceretta avrà tre concerti con l’ORT. Un tutto Beethoven, in cui il Concerto
n.5, Imperatore (pianista Alessandro Taverna), apre l’integrale dei concerti beethoveniani per
pianoforte programmata su più anni. Nel secondo, natalizio, collabora con Erica Piccotti per le
Variazioni su un tema rococò di Čajkovskij che fanno tremare le vene e i polsi a ogni violoncellista.
Il terzo è incentrato su Mozart: la pianista-compositrice Lera Auerbach (siberiana di nascita, da
tempo residente a New York) suona il K.466, il più drammatico tra i concerti mozartiani, inoltre ne
rielabora a suo modo le pagine infantili per tastiera nel pezzo Eterniday, un Settecento riletto con
spirito romantico alla luce del ventunesimo secolo. Questo concerto sarà dedicato ad uno dei
fondatori dell’ORT e primo direttore artistico, Massimo de Bernart, nel ventesimo anniversario
della sua scomparsa.
Oltre che su Ceretta, la nuova stagione dell’ORT investe su due direttori giovani, Erina Yashima e
Andrea Battistoni, interpreti di profilo autorevole, che nella stagioni scorse hanno già dato prova
di lavorare bene con la nostra orchestra. Per irrobustire questo rapporto, entrambi dirigeranno due
concerti. Il primo del veronese Andrea Battistoni, direttore principale della Tokyo Philharmonic, è un
programma russo imperniato sullo spettacolare Concerto op.23 di Čajkovskij: pianista Dmitry
Masleev, vincitore del Concorso “Čajkovskij” di Mosca nel 2015). Nel secondo ancora Čajkovskij, la
Suite n.1, ma stavolta al centro sta la trascrizione orchestrale delle Scene infantili di Robert
Schumann, commissionata dalla Fondazione ORT allo stesso Battistoni, attivo anche come
compositore. Erina Yashima, pupilla di Riccardo Muti (di cui ha seguito le lezioni dell’Opera Academy
a Ravenna, ed è stata assistente a Chicago), oggi alla testa della Komische Oper di Berlino, nei suoi
due programmi si cimenta con tre pilastri del repertorio tardo romantico slavo, la Patetica di
Čajkovskij, la Sinfonia Dal Nuovo Mondo e il Concerto per violoncello di Dvořák (solista Ettore
Pagano). Inoltre incontra il corno di Martin Owen, prima parte della BBC Symphony Orchestra, per
il Concerto n.2 di Richard Strauss.
Negli altri appuntamenti di stagione, l’ORT ritrova tanti amici di lunga data. Intanto, per il concerto
inaugurale, riannoda la collaborazione con l’Orchestra Giovanile Italiana, creatura a cui ha dato
vita Piero Farulli oltre quarant’anni fa. Sommandosi ai ragazzi dell’OGI, che hanno base alla Scuola
di Musica di Fiesole, la nostra orchestra raggiunge dimensioni che le consentono di affrontare grandi
organici come quelli del Kindertotenlieder (cantati dal mezzosoprano Sophie Harmsen) e della
Quarta sinfonia di Gustav Mahler. Sul podio Markus Stenz, ospite frequente dell’ORT (con cui di
recente ha anche inciso due CD), già direttore principale della London Sinfonietta, delle orchestre di
Baltimora, e Seoul, e della Radio olandese, e direttore artistico del Cantiere di Montepulciano nei
primi anni Novanta. Poi non poteva mancare il direttore onorario dell’orchestra, la star statunitense
James Conlon, attualmente alla testa dell’Opera di Los Angeles e della Baltimora Symphony, che
per sé ha confezionato un programma viennese a base di Mozart, Beethoven, Schubert. Torna
anche Kolja Blacher (già primo violino della Filarmonica di Berlino durante l’era Abbado) nella
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veste che oggi più predilige, quella di solista-direttore. E per carnevale riecco Igudesman & Joo,
duo violino e pianoforte che fa morir dal ridere con spettacoli di gag e tic musicali: stavolta giocano
sulla musica di Rachmaninoff. Per Pasqua suonano insieme il Doppio Concerto di Brahms il
violoncellista Mario Brunello e la violinista Francesca Dego (direttore l’olandese Otto Tausk,
bacchetta principale della Vancouver Symphony). Inoltre torna a farsi sentire Umberto Clerici,
però non insieme al suo violoncello, che per vent’anni gli è stato compagno fidato nella carriera
solista e in quella da primo violoncello del Regio di Torino e della Sydney Symphony, bensì in
qualità di direttore d’orchestra, il mestiere che da un paio d’anni l’assorbe completamente: è infatti
direttore principale della Queensland Symphony Orchestra, in Australia.
PER LA PRIMA VOLTA CON L’ORT
Sul podio Emmanuel Tjeknavorian, Otto Tausk, Umberto Clerici; tra i solisti i
mezzosoprani Sophie Harmsen e Valerie Eickhoff, la pianista-compositrice Lera
Auerbach; il violinista Marc Bouchkov; il cornista Martin Owen.
DEBUTTO NELLA STAGIONE DELL’ORT
Il violoncellista Ettore Pagano
GRANDI RITORNI
Sul podio il direttore onorario James Conlon, il direttore principale Diego Ceretta, e poi
ancora Markus Stenz, Andrea Battistoni, Erina Yashima e Kolja Blacher nella doppia
veste di direttore e violinista, i pianisti Alessandro Taverna e Dmitry Masleev, il
violoncello di Erica Piccotti e Mario Brunello, il violino di Francesca Dego, il duo violinopiano Igudesman&Joo e il ritorno dell’Orchestra Giovanile Italiana.
Quest’anno siamo in grado di comunicare fin da subito la quasi totalità delle repliche in regione e
non solo (qualche altra data potrà aggiungersi nelle prossime settimane). Come già detto sono 38 al
momento con una distribuzione molto omogenea che oltre la costante rappresentata dal Teatro
Verdi di Firenze (la nostra casa dove si svolgono tutte le nostre sessioni di prova), toccherà
Arezzo, Carrara, Cascina, Cortona, Cremona, Empoli, Figline, Grosseto, Imola, La Spezia, Livorno,
Milano, Piacenza, Pisa, Pistoia, Piombino, Poggibonsi, Sarzana.
Confermata, dopo il felice esperimento dello scorso anno, la formula dell’abbonamento “Fai da te
aperto”, ovvero la possibilità di comprare un certo numero di concerti (da 3 a 6) e di scegliere con
calma e anche all’ultimo momento cosa ascoltare.
La Campagna abbonamenti inizia lunedì 26 giugno per rinnovo o acquisto di nuovi abbonamenti. È
possibile acquistare il proprio abbonamento recandosi al Teatro Verdi.
La novità importante di quest’anno è il prezzo unico per tutti gli studenti di ogni ordine e grado
fino ai 25 anni (licei, scuole musica, universitari) che pagheranno soltanto 5,00 euro.
Cercare un rapporto continuativo con gli spettatori attraverso le formule di abbonamento è un modo
per dire, “stateci accanto e risparmiate”. A questo proposito abbiamo pensato a un forte
potenziamento di tutti i servizi allo spettatore. Al Verdi ci si è sempre sentiti un po’ come a casa,
questo sentimento sarà incentivato. Frequentare la nostra sala principale sarà sempre un’esperienza
piacevole e confortevole, sia come assistenza post vendita che come fornitura di materiali per
vivere al meglio il momento del concerto.
A proposito di risparmio, vorremmo infine segnalare che la casa dell’ORT, il Teatro Verdi appunto,
continua nella sua opera di adeguamento e di efficientamento energetico. La sala è stata una tra le
prime a dotarsi di impianto di riscaldamento a condensazione e da quest’anno può vantare un
rinnovato sistema di illuminazione della sala e del foyer a LED totalmente computerizzato che oltre
ad offrire soluzioni cromatiche differenziate, si stima produrrà un risparmio energetico di circa
l’80%.
In questi giorni sono iniziati i lavori di rifacimento dei bagni posizionati a tutti e sei gli ordini di
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palchi. L’intervento è realizzato anche con il contributo della Regione Toscana e si inserisce in un più
ampio progetto che nel giro di un anno avrà completato la ristrutturazione anche dei servizi grandi
del foyer.
Anche quest’anno la Stagione concertistica dell’Orchestra della Toscana è realizzata con il sostegno
di Fondazione CR Firenze e Unicoop Firenze.

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