Il presidente della Regione ha fatto il punto sulla situazione dell’azienda di Marradi: “L’impresa garantisce la stessa occupazione e il presidio senza parlare né di chiusura né di diminuzione dell’attività”
A Marradi, la Italcanditi manterrà i posti di lavoro all’azienda Ortofrutticola, garantirà la produzione di un semilavorato, della prima fase di lavorazione anche se sposterà il confezionamento dei marron glacé nello stabilimento in provincia di Bergamo. In sintesi, niente chiusura ma riconversione della ‘fabbrica del marrone’, questi i punti fondamentali emersi nella comunicazione in aula del presidente della Giunta Eugenio Giani sulla vicenda dell’azienda di Marradi.
“Questa è la proposta – ha ricordato Giani – illustrata dall’azienda al tavolo convocato dalla Regione a cui hanno partecipato la proprietà, sindacati e istituzioni locali” ed è grazie “alla mobilitazione di cittadini, comunità e istituzioni che si sono espresse con ferma condanna e di una presa di posizione di dissenso anche dell’associazione industriali” che si è evitato lo smantellamento dell’azienda.
Il presidente ha ricordato poi l’importanza della castagna per quel territorio, che le ha dedicato anche un museo, che ospita “16 indicazioni geograficamente protette di castagna presenti solo in quel territorio” e “la funzione della fabbrica del marrone nella quale ci sono 9 dipendenti a tempo indeterminato e 80 a tempo lungamente determinato” e poi “tutto il mondo dei produttori agricoli”. “Marradi – ha aggiunto – vive in modo identitario con il marrone”.
Il presidente ha concluso esprimendo “soddisfazione a metà, perché da un lato vi è la soddisfazione di vedere che lo stesso imprenditore che aveva paventato la desertificazione, con l’eliminazione sia della produzione che della trasformazione del marrone a Marradi” ha avuto “un ripensamento e si è reso disponibile a mantenere l’attività dello stabilimento”. “Resta però la preoccupazione dei lavoratori, perché non si procede dalla raccolta al confezionamento a Marradi e si dimezza l’attività per portare il confezionamento a Bergamo”. “Vero è – conclude Giani- che l’impresa garantisce la stessa occupazione e il presidio senza parlare né di chiusura né di diminuzione dell’attività, ma l’attenzione deve restare alta”.