In commissione Sviluppo economico e rurale, presieduta da Ilaria Bugetti (Pd) sono stati ascoltati i rappresentanti di Arci Pesca, Libera Caccia e Fipsas. Bugetti: “Si tratta di una gestione ambientale a tutto tondo, la pesca è una risorsa non solo sportiva ma anche economica”
Anche in Toscana le associazioni di pesca sportiva potrebbero avere in concessione e gestire tratti di fiume e di torrente. Questa ipotesi, sarebbe possibile grazie alla modifica della legge “Gestione delle risorse ittiche e regolamentazione della pesca nelle acque interne” introdotta per assicurare un miglior presidio dei corpi idrici di interesse per la pesca, in relazione alla tutela della fauna ittica e alla promozione dell’attività alieutica. Sulla questione, questa mattina, sono stati ascoltati in commissione Sviluppo economico e rurale, presieduta da Ilaria Bugetti (Pd), i rappresentanti di Arci Pesca, Libera Caccia e Fipsas.
Nell’atto si ricorda che la Regione, nell’esercizio delle attività di gestione delle acque interne, della fauna ittica e della pesca sportiva si è avvalsa delle associazioni di pescatori di rilevanza nazionale, operanti sul territorio regionale e delle associazioni piscatorie dilettantistiche iscritte nell’apposito elenco regionale. La collaborazione ha prodotto effetti positivi sia per l’efficacia nello svolgimento delle funzioni affidate, per la valorizzazione e la promozione delle acque interne regionali e del territorio che per la presenza capillare, fondamentale per l’animazione delle attività. La concessione sarà rilasciata a titolo gratuito e per una durata non superiore a dieci anni.
Arci Pesca e Libera Caccia sono intervenuti per ribadire la loro contrarietà alla modifica di legge. Il rappresentante di Arci Pesca ha ricordato che la legge toscana (del 1978) deve la sua caratterizzazione proprio alla liberalizzazione delle acque, facendo sì che “con il semplice possesso della licenza si potesse pescare in tutte le acque della regione”. “Il progetto di legge presentato stravolge questa ratio” perché “per pescare nelle acque in concessione che saranno le migliori per pescosità, saremmo costretti a prendere la tessera dell’associazione che gestisce le acque o, in alcuni casi un permesso”. Arci Pesca ha ribadito che “le acque in concessione non solo non favoriscano la pesca, ma anzi producono un’esclusione” e che “i costi di gestione delle acque come quelli per il ripopolamento o le spese per attrezzare il verde o l’habitat di pesca andranno a ricadere sul pescatore che frequenta questa acque, quindi ci sarà un aggravio forte per il pescatore ordinario”.
Sulla stessa linea l’intervento di Daniele Papanti di Libera Caccia che ha espresso contrarietà alla concessione delle acque alle associazioni perché “porta ad un aggravio degli oneri a carico dei pescatori che non è controbilanciato da agevolazioni o esenzioni a favore di giovani o anziani”. “La Toscana – ha aggiunto – non prevede nemmeno un’esenzione per i portatori di handicap”. Papanti ha sollecitato che quantomeno nella proposta di legge venga inserita la richiesta al concessionario di “garantire la vigilanza attiva delle acque in concessione”.
Di parere contrario, invece, i rappresentanti di Fipsas che si sono detti a favore della pdl. Fipsas ha espresso la necessità di “avere dei territori, dei tratti gestiti in maniera più specifica” e “di tutelare le acque, le sponde, i pesci, l’accessibilità ai fiumi”. Si è ricordato come l’aver assistito alla riduzione costante delle risorse dedicate alla pesca abbia portato alla richiesta di azioni sul territorio per la “sicurezza, il ripopolamento delle acque, la gestione degli incubatori”, “tutti elementi – si è detto -che portano a chiedere anche la gestione dei territori ai fini di pesca in modo più strutturato”. In conclusione, questa proposta che introduce anche alcuni tratti di acque in concessione è vista in modo positivo dalla federazione perché “può aiutare a garantire, mantenere e sviluppare un’attività che presenta un lento declino anche nelle risorse con la diminuzione delle licenze di pesca”. Da Fipsas sono stati ricordati alcuni dati come le “25mila licenze di pesca” presenti oggi in Toscana contro le 36mila di 10 anni fa” e con il rischio che – secondo la federazione – se la regione non affronta gestione della pesca tra 10 anni calino a 10mila.
A chiudere le consultazioni l’intervento della presidente Bugetti che ha ribadito come sul tavolo ci sia un tema importante “come quello della gestione delle sponde e quindi della nostra risorsa ittica che è anche ambiente, turismo, marketing”. “Il legislatore – conclude la presidente – dovrà fare una riflessione approfondita perché si tratta di una gestione ambientale a tutto tondo, di una risorsa non solo sportiva ma anche economica”.