Pistoia Capitale italiana della Cultura 2017. La città ha battuto altre 8 finaliste, tra le quali un’altra toscana: Pisa. Lo ha deciso la Giuria di selezione e il presidente della commissione esaminatrice Marco Cammelli ha comunicato la designazione al ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, che l’ha quindi annunciata presso il Salone del Consiglio Nazionale del Mibact.
Pistoia è stata scelta tra 9 città finaliste: le altre 8 erano Aquileia, Como, Ercolano, Parma, Pisa (come detto), Spoleto, Taranto e Terni.
In una nota del Comune, si legge che per Pistoia è l’inizio di un nuovo percorso che la vedrà proseguire nella direzione già tracciata, da una parte sedendo – a fianco delle altre candidate – al tavolo nazionale della Rete delle Città della Cultura per la definizione del Piano strategico della Cultura, dall’altra lavorando alacremente, insieme ai partner istituzionali che hanno contribuito alla definizione della candidatura, per attuare tutti i progetti elaborati per la selezione come Capitale italiana della Cultura 2017.
Da questo punto di vista, il milione di euro, che arriverà a Pistoia dal Mibact in conseguenza della vittoria del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2017, non potrà che costituire un preziosissimo contributo per raggiungere gli obiettivi che Pistoia si è data.
I contenuti del dossier di Pistoia Capitale della Cultura.
La candidatura di Pistoia è stata promossa dal Comune di Pistoia insieme alla Regione Toscana, alla Provincia, alla Diocesi di Pistoia, alla Fondazione Cassa di Risparmio, alla Cassa di Risparmio e alla Camera di Commercio. Giulia Cogoli, Carlo Sisi e Virgilio Sieni sono i membri del Comitato Scientifico della candidatura. Il ruolo di project manager è affidato a Giuseppe Gherpelli.
Per la sua candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2016 e 2017, Pistoia ha investito su alcuni progetti culturali di alta qualità, accuratamente predisposti e gestiti in economia dalle sue istituzioni culturali, in primis dalle sue biblioteche e dai suoi musei. Ogni progetto è commisurato alla sua capacità di rendere duraturi i servizi, migliorati o introdotti per l’occasione.
Gli investimenti più significativi, frutto di una scrupolosa ricognizione, sono concentrati sulla rigenerazione e riqualificazione urbane: i 76.000 mq dell’antico Ospedale del Ceppo, le Mura urbane, i percorsi ciclopedonali immersi nel verde del centro storico, lo sviluppo di Palazzo Fabroni museo dell’arte moderna e contemporanea, tutti destinati a garantire la valorizzazione dei beni culturali, la coesione sociale ed efficienti servizi turistico – culturali. La città prepara unagrande mostra, dedicata a Marino Marini e organizzerà importanti festival, quello sulla Antropologia “Dialoghi sull’uomo” diretto da Giulia Cogoli, la rassegna sulle trasformazioni urbane “Leggere la Città”, il Pistoia Blues Festival.L’Associazione Teatrale Pistoiese ha previsto una eccezionale serie di spettacoli dal vivo, con tutte le primarie compagnie italiane, incursioni nella danza, le esperienze internazionali del Funaro. In programma anche la messa a fuoco della straordinaria figura del gesuita pistoiese Ippolito Desideri, antesignano del dialogo interreligioso, proprio nel trecentesimo anniversario del suo arrivo a Lhasa.
La rete delle città della Cultura.
Pistoia aderisce al tavolo nazionale della Rete delle città della Cultura, il cui obiettivo è quello di creare, a partire dall’avanzata esperienza nell’elaborazione delle politiche culturali delle città finaliste, un sistema diffuso su scala nazionale di scambio di informazioni, di programmazione e di valorizzazione dei territori.
La Rete delle città della cultura intende “promuovere la programmazione strategica della cultura, come volano e strumento per lo sviluppo dei territori aderenti” e rappresenta una piattaforma di confronto, scambio e diffusione di linee guida o buone pratiche per la valorizzazione dei beni culturali e del turismo.
La Rete intende infatti diventare uno strumento utile per migliorare la capacità delle città e dei governi locali diprogrammare consapevolmente le azioni di politica culturale favorendo il confronto e la trasmissione delle esperienze, individuando in anticipo gli obiettivi prioritari, adottando metodologie innovative e rendendo conto dei percorsi intrapresi, delle risorse impiegate e dei risultati raggiunti. La Fondazione Promo P. A. ha definito i termini di adesione alla Rete delle città della cultura attraverso una Carta di condivisione dei principi, di cui l’Amministrazione comunale ha approvato la missione e gli obiettivi. Tra gli obiettivi della Rete ci sono: la promozione della programmazione culturale come strumento di governo del territorio; la valorizzazione integrata del patrimonio storico-culturale delle città aderentiattraverso una collaborazione costante; la promozione di nuovi rapporti inter-istituzionali e il consolidamento delle relazioni tra le città della cultura; l’inserimento del patrimonio storico-culturale in un sistema di partenariati nazionali ed europei. La partecipazione alla Rete è gratuita. I membri della Rete si consulteranno periodicamente per programmare eventuali iniziative di interesse comune. L’assemblea degli enti aderenti si riunirà almeno una volta all’anno durante il LuBeC per analizzare i risultati raggiunti, diffondere progetti e attività realizzate e programmare eventuali iniziative di interesse comune.