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Pnrr: il Consiglio regionale chiede chiarezza sulla revisione del Governo Meloni

L’atto è stato approvato con il voto favorevole di Partito democratico, Italia Viva e Movimento 5 Stelle e quello contrario di Fratelli d’Italia e Lega

di Emmanuel Milano, 7 dicembre 2023

Firenze – L’Aula del Consiglio regionale chiede chiarezza sulla revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza proposta dal Governo Meloni. Nella mozione, approvata nella seduta del 6 dicembre, con il voto favorevole di Partito democratico, Italia Viva e Movimento 5 Stelle e quello contrario di Fratelli d’Italia e Lega, si impegna la Giunta ad attivarsi nei confronti dell’Esecutivo per fare in modo che “siano fornite alle Regioni e alle amministrazioni locali informazioni certe sulle risorse che verranno sottratte agli interventi già programmati da questi enti. Si chiede anche che vengano individuate con urgenza, in tutti i casi di decurtazione definitiva, fonti di finanziamento alternative, definendo le relative modalità di erogazione, per garantire la realizzazione del complesso dei progetti inizialmente previsti dal Pnrr, che in molti casi si trovano già in uno stato avanzato di attuazione”.

Illustrando l’atto, il capogruppo del Pd Vincenzo Ceccarelli ha spiegato che “non ci sono ancora certezze sulle ricadute che la revisione causerà sulla Toscana”. “Sappiamo – ha aggiunto – che dovrebbe mancare circa un miliardo in un settore strategico come quello della sanità, per case e ospedali di comunità, e il presidente della Giunta Eugenio Giani ha già lanciato un grido d’allarme. Ma risorse mancheranno anche per la transizione ecologica, il sociale e l’istruzione. Ad oggi non sappiamo quali saranno gli interventi che non verranno finanziati né le logiche di intervento”. 

Per Elisa Tozzi (Fratelli d’Italia) “si tratta di un tema complesso di cui discutiamo da diverso tempo e nel frattempo il Governo ha raggiunto risultati importanti in Europa con il via libera alla quarta rata e la rimodulazione. Il Pnrr non deve essere terreno di scontro politico, e il tema della rimodulazione va affrontato nella sede opportuna che è la cabina di regia dove si confrontano Governo e regioni. Poi l’esito del confronto dovrà essere riferito nella commissione consiliare competente per chiarire i legittimi dubbi”.

Anna Paris (Pd) ha sottolineato come a preoccuparla ci siano “non solo i tagli alla sanità, ma anche quelli agli enti locali, visto che mancheranno 6miliardi di euro per opere importanti da realizzare nei nostri centri urbani. Il ministro per gli Affari europei Fitto ci deve dire che si fa sulle case di comunità e con i tagli gli enti locali”.

Dai banchi dell’opposizione la capogruppo della Lega Elena Meini ha spiegato che “l’allarme sui tagli era arrivato agli enti locali indistintamente dal colore politico, ma che da allora il Governo Meloni ha risposto con i fatti, si parla già di una quinta rata del Pnrr e c’è un confronto importante in Conferenza Stato-Regioni anche con l’Anci sui 6miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi sui piani urbani sono già stati recuperati, 1,3 miliardi sono stati recuperati sulla rigenerazione urbana e ci sono ben 30,5 miliardi di euro sul Piano nazionale complementare di cui 3 o 4 andranno sulle coperture che mancano per la riorganizzazione del Pnrr. Il taglio che ci preoccupava di più era quello dei comuni con una popolazione inferiore ai 15mila abitanti, e tanti di questi comuni hanno dichiarato che entro il 2026 non sarebbero stati in grado di portare a compimento quello che richiede il Pnrr e per questo tanti progetti non sono stati tagliati, ma riconvertiti”.

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