Un’edizione straordinaria, che per cinque giorni
ha trasformato Pordenone nella “Capitale del Documentario” in Italia:
oltre 3.000 biglietti venduti e più di 5.000 presenze totali,
numerosi appuntamenti sold out, 300 ospiti dall’Italia e dall’estero,
film straordinari, che testimoniano la vitalità del cinema del reale quale strumento per guardare al futuro
Vince il Gran Premio della Giuria Moosa Lane.
A The art of silence il Premio del Pubblico, a Steel life di Manuel Bauer il Premio della Critica e a When spring came to Bucha di Mila Teshaieva e Marcus Lenz una Menzione speciale
Premiato anche Myriad di Michael Grotenhoff per la proposta di Virtual Reality, mentre lo Young Audience Award è andato a Singing on the rooftops di Eric Ribes Reig
Oltre tremila biglietti venduti e 5.000 presenze complessive in tutti gli eventi, in cinque densissimi giorni, con numerosi appuntamenti da tutto esaurito, 300 ospiti dall’Italia e dal mondo, 28 Paesi rappresentati nei 25 film in anteprima nazionale e per le tre anteprime assolute: è il bilancio della XVI edizione del Pordenone Docs Fest, la kermesse di Cinemazero che anche quest’anno ha trasformato la città nella “capitale del documentario” in Italia, richiamando l’attenzione degli addetti ai lavori, dei più importanti media nazionali e del pubblico più ampio. Sempre più il festival diventa un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale, un’occasione per leggere la realtà con occhi diversi, moltiplicare gli sguardi, dialogare, comprendere il presente, immaginare il futuro e il cambiamento. Il tutto nella dimensione accogliente della città di Pordenone, apprezzatissima specialmente dagli ospiti stranieri.
«Quest’anno, più di sempre, abbiamo cercato di testimoniare la forza della comunità, dell’essere Società con la S maiuscola, includendo, testimoniando la necessità di lottare ancora per il ruolo delle donne, di impegnarci per i diritti civili, che per essere tali devono riguardare ognuno di noi, nessuno escluso», è stato il commento, pieno di emozione, del curatore Riccardo Costantini, di fronte alla sala gremita e partecipe, per il gran finale di domenica 2 aprile. «Con il nostro festival abbiamo ribadito che il cinema, con il documentario in particolare, è più vivo che mai!».
Il Gran Premio della Giuria è andato allo splendido Moosa Lane di Anita Mathal Hopland, consegnato dalla giuria tutta al femminile composta da Valeria Sarmiento, Costanza Quatriglio e Beatrice Fiorentino. The Oil Machine di Emma Davie si è aggiudicato il Green Documentary Award, per il miglior film a tematica ecologica; mentre Steel life di Manuel Bauer il Premio della Critica, in collaborazione con l’Associazione Festival italiani di Cinema e il Sindacato nazionale Critici cinematografici italiani.
A vincere lo Young Audience Award, votato dallo Young club di Cinemazero e dai sessanta studenti di cinema da tutta Italia e dall’estero accreditati, è stato Singing on the rooftops di Eric Ribes Reig; Myriad di Michael Grotenhoff e Christian Zipfel ha conquistato il Premio Virtual Reality e il pubblico ha invece premiato The art of silence, del regista svizzero Maurizius Staerkle Drux.