Profughi e richiedenti asilo alloggiati nei locali della vecchia scuola di Santa Caterina, attigua a monastero e nei pressi di piazza San Domenico, faranno posto a studenti – si presume abbastanza facoltosi ma non al punto di permettersi altre soluzioni – americani. Lo riferiscono voci vicine ai profughi stessi, per i quali, in caso si verificasse l’ipotesi appena menzionata, Comune e Diocesi dovrebbero concordare una nuova soluzione. Il tentativo prevede anche la salvaguardia dei posti di lavoro di chi segue i rifugiati.
Pur verificate, vale la pena sottolinearlo, di voci si tratta.
In pratica, la Diocesi di Prato sancirebbe un accordo con un ente ecclesiastico statunitense, volto a trasformare i locali in questione, già scuola e ora alloggio per i profughi, in uno studentato. Dovrebbe in questo modo aumentare la già interessante popolazione universitaria straniera presente a Prato.
I due problemi non appaiono inconciliabili. Da parte di Diocesi, e Comune, si pone il problema di reperire nuovi spazi che, tuttavia, non dovrebbero mancare. Potrebbero semmai necessitare di opere più o meno massicce di ristrutturazione, a cominciare da quella impiantistica.
Sull’intesa che la Diocesi sta trattando con la controparte americana non si sa molto. È ben difficile che si arriverà a una cessione, bensì dovrà essere calibrato per soddisfare entrambe le parti un contratto di locazione o di comodato che soddisfi ambo le parti e salvaguardi l’integrità della struttura.
Prato, studenti americani al posto dei profughi
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