Per intercettare i nuovi ricchi sulla scena del mercato globale, per gli artefici delle produzioni tessili di qualità è necessario un dialogo stretto, anche e soprattutto in chiave economica, con i giovani imprenditori cinesi del distretto pratese. È quanto è emerso da un incontro con Antonio Lucchesi e Andrea Balestri, intervistati da Umberto Cecchi e organizzato da Pratofutura.
L’appuntamento – dal titolo Come è cambiata la realtà economica, come è cambiata la città, come è cambiata Pratofutura: quale la nuova visione di futuro? – ha mantenuto un approccio scientifico e non solo di sentiment in merito a fenomeni quali il rapporto con università e grandi guru che hanno dedicato attenzione al distretto, ma anche al rapporto con l’innovazione tecnologica nel pieno rispetto dell’ambiente. Tra i temi al centro dell’incontro la crisi di fiducia e propensione agli investimenti. Forte l’attenzione verso un punto di equilibrio nel rapporto e nel dialogo con la nuova imprenditoria cinese, così come con le associazioni di rappresentanza e con la città di Firenze. Sullo sfondo la volontà di conferire un ruolo più forte a Prato. Tra gli intervenuti, imprenditori di spicco ancora legati al fascino del piccolo e bello, accanto al altri più consapevoli della necessità di una crescita dimensionale aziendale e più generalmente culturale.
«Nel 1982 già si vedevano ombre all’orizzonte per il distretto tessile pratese e già si poteva immaginare che sarebbero arrivati anni peggiori di quelli che avevamo passato. Ma nessuna delle strutture forti di Prato in quel momento mi sembrava che avesse la libertà di potersi esprimere in maniera indipendente e fu lì che nacque l’idea di chiamare un gruppo di imprenditori che con grande interesse e forte entusiasmo hanno portato a questa associazione, questo gruppo di Pratofutura, questo il nome che fu scelto fra tanti altri papabili, che mi sembra abbia portato fortuna, perché Pratofutura dopo 35 anni sta andando molto bene», ha ricordato Antonio Lucchesi, storico imprenditore tessile e già vicesindaco di Prato, oltre che socio fondatore di Pratofutura.
Nel 1982 già si vedevano ombre all’orizzonte per il distretto tessile pratese e già si poteva immaginare che sarebbero arrivati anni peggiori di quelli che avevamo passato
Antonio Lucchesi
Da parte sua Andrea Balestri, primo segretario di Pratofutura, ha aggiunto di ritenere che siano state curiosità e voglia di fare le molle che spinesero «questo gruppo di imprenditori a dotarsi di uno strumento che li aiutasse a mettere a fuoco, a fare una mappa che poteva essere incompleta, ma è sempre meglio avere una mappa incompleta che non averne alcuna. In tutto il momento nei primi anni Ottanta nacquero le organizzazioni che si occupano di futuro. Prima di allora il futuro era semplicemente il terreno dei sogni e dell’immaginario, negli anni Ottanta divenne il terreno sul quale bisognava lavorare. Così fecero gli imprenditori che diedero vita a Pratofutura».