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Premio letterario Ceppo: in Consiglio la ‘lecture’ di Ljudmyla Djadcenko

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Alla cerimonia con la poetessa ucraina premiata ieri a Pistoia è intervenuta la presidente della commissione Cultura, Cristina Giachi

“La poesia dovrebbe iniziare il giorno in cui si nasce e non finire il giorno in cui si muore”, perché è impossibile “penetrare lo Spirito organico” dell’uomo; ed è “vano associare il bisogno di Arte solo all’Arte stessa: ogni pensiero si frange e si rifrange. E la poesia è titanica, mentre i poeti non sono che persone. È una capacità poco comprensibile, anche per loro, quella di spingersi costantemente oltre loro stessi. Inoltre, in ogni parola, che può essere spiegata dal bisogno di chiarire sé stessa, al di fuori degli stati di creazione, non avrebbero mai pensato di esprimere un’emozione per mezzo di una sequenza ritmica di parole”. Ha questo esordio potente la lecture che la poetessa ucraina Ljudmyla Diadcenko ha tenuto nella sala Gonfalone di palazzo del Pegaso, che l’ha ospitata, fresca del Premio Ceppo Internazionale Poesia ‘Piero Bigongiari’ giunto alla 67a edizione e conferitole ieri a Pistoia, nell’ambito delle iniziative della Festa della Toscana.

Nell’occasione è stata presentata anche l’antologia, con testo a fronte, ‘La fobia dei numeri’ (Interno Poesia, 2023), che per la prima volta propone la poesia di Lujdmyla Djadcenko al pubblico italiano. Alla lecture e alla presentazione, oltre alla presidente della commissione Cultura, Cristina Giachi, sono intervenuti i ragazzi dei licei Galileo e Capponi-Machiavelli di Firenze, che hanno a lungo dialogato con la poetessa.

“Ho molto condiviso, e con me lo hanno fatto tutti i consiglieri regionali, la scelta del presidente Antonio Mazzeo di ricordare, a un anno esatto di distanza, lo scoppio della guerra in Ucraina con un inno alla pace, alla gioia, alla vitalità e alla creatività che la poesia rappresenta”, ha detto la presidente Cristina Giachi a margine della cerimonia. E ha aggiunto: “Come dico spesso, noi non riusciamo ad impedire il male. Non ne abbiamo le forze per azzerare le cose, o tornare indietro nel tempo o azzerare gli effetti nefasti delle scelte scellerate dei governanti. Però – ha continuato – possiamo non lasciare al male l’ultima parola, e la poesia è uno dei modi che gli esseri umani hanno inventato per non lasciare alla sopraffazione l’ultima parola”. Per questo, ha concluso, “trovo che premiare oggi Ljudmyla sia oggi un modo per ricordarci che la vita e il bello esistono e resistono, ed è quello che dobbiamo gridare contro la guerra in corso in Ucraina, che devasta la terra, uccide le persone, getta nello sconforto chi rimane e angoscia tutti quanti noi”.

Paolo Fabrizio Iacuzzi, presidente del Premio internazionale Ceppo, ha parlato di “un momento molto emozionante”. “La sua poesia non una poesia civile e le sue poesie non sono state scritte durante questo anno di guerra – ha spiegato – però la sua arte poetica ha una grande attenzione al rapporto tra Oriente e Occidente. La sua è una meditazione sui valori della civiltà e su temi come l’altro, come Dio, o come tutto ciò che può attraversare la soggettività”. E a proposito della sua antologia, La fobia dei numeri, ha detto che si tratta di poesia “dove emerge la paura della solitudine, del tempo e di tutto ciò che viene misurato attraverso i numeri”. Iacuzzi ha concluso sottolineando il coraggio di Ljudmyla Djadcenko e ha ringraziato il Consiglio regionale e la Regione di “aver dato al Premio la possibilità di parlare, attraverso la poesia, “di una tragedia contemporanea come quella che stiamo vivendo”.

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Ljudmyla Djadčenko è nata nel 1988 a Morynci, nell’Ucraina centrale. Nel 2012 si è laureata in filologia all’Università di Kiev, nel 2016 ha conseguito il dottorato (teoria della letteratura e comparatistica). Attualmente vive e opera nella capitale ucraina. Ha debuttato nelle riviste “Odnoklasnyk” (2007), “Molodyj žurnalist” (2006), nell’almanacco “Svjatyj Volodymyr” (2007). Al 2010 risale la prima raccolta matura: Dychannja metelykiv [Il respiro delle farfalle], uscita nella rivista “Sučasnist”. Suoi versi sono usciti nelle riviste ucraine “Kur’er Kryvbasu”, “Dyvoslovo”, “Šo”, “Epocha piskovyny”. Ha pubblicato le raccolte Plata za dostup [Pagamento per l’accesso] (2011), Kurka dlja turka [Il pollo per il turco] (2017). Suoi versi sono stati tradotti in diverse lingue. Ha partecipato a numerosi festival di poesia: Georgia, Turchia, Tunisia, Cipro, Colombia, India. Nel 2012 è stata insignita del Premio Oles’ Hončar (Ucraina – Germania). Dal 2011 è membro dell’Associazione degli scrittori ucraini, della quale è stata eletta vicepresidente nel 2017.

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